Chiuso il capitolo mercato, adesso Cuesta deve decidere se cambiare assetto di gioco. Sicuramente ci si aspetta di più a livello offensivo

Grande festa alla corte di Parma: è finito il mercato! Finalmente, avrà pensato sicuramente Carlos. Sì, perché fino a questo momento il tecnico maiorchino non ha avuto una settimana in cui non ci siano stati cambiamenti alla propria rosa. E di cambiamenti grossi ce ne sono stati, soprattutto per quanto riguarda le uscite. Va bene che la maggior parte di queste cessioni erano preventivate (Man e Sohm su tutti, Leoni un po’ meno direi), ma in ogni caso non deve essere semplice lavorare su un gruppo di giocatori che cambia costantemente, dovendo imprimere loro principi di gioco nuovi e con la pressione di dover fare bene da subito (perché, checché se ne dica, se il Parma avesse perso malamente le prime due partite, quanti sarebbero già stati pronti a scendere in piazza con i forconi? Ma lasciamo perdere).
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In ogni caso, adesso Cuesta si trova nelle condizioni di lavorare senza trame di mercato e con una rosa completa. Anche se devo ammettere che negli ultimi giorni di agosto mi aspettavo che la dirigenza avrebbe comprato un esterno destro, un grande nome da poter schierare come titolare: perché, nonostante le buone prestazioni di inizio stagione, ritengo Lovik un po’ adattato sulla fascia destra. E invece l’esterno destro non è arrivato. La domanda, dunque, mi sorge spontanea: non è che Cuesta e il suo staff stanno pensando a un possibile cambio di modulo, passando a una difesa a quattro? In effetti il tecnico maiorchino, fatta eccezione per un breve periodo in cui Arteta si è schierato a tre, ha sempre lavorato in squadre che adottavano la difesa a quattro. Questo potrebbe essere effettivamente il momento per attuare un cambio di rotta, tornando per così dire alle origini e riportare la squadra verso quello che forse era il piano iniziale, almeno nelle parole dei più: 4-3-3 o 4-2-3-1.
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Anche se personalmente non sarei convinto di tale cambiamento. Per due motivi. Il primo è prettamente numerico: a mio avviso manca un’altra ala sinistra per passare stabilmente a un attacco a tre. Considerando anche il fatto che l’uomo deputato a ricoprire quel ruolo, Ondrejka, attualmente è ancora ai box. Niente di impossibile, ovviamente, gli interpreti ci sono, ma forse mancherebbe un ultimo tassello per ultimare la rosa in questo senso. La seconda motivazione è più personale, ma mi sento comunque di esprimerla: con la difesa a tre ho visto una squadra molto compatta ed equilibrata, soprattutto dal punto di vista difensivo. Una solidità di reparto che mai mi sarei aspettato da un allenatore come Cuesta, che invece in questo inizio di stagione mi ha fatto completamente ricredere. La squadra non ha mai sofferto, nonostante abbia giocato contro due big del campionato come Juventus e Atalanta. La difesa a tre ha dimostrato come il Parma sappia difendere bene, in maniera molto ordinata. E soprattutto consente ai due esterni, Valeri e Lovik finora, di avere maggiore libertà di spinta, con la sicurezza di avere dietro ben tre uomini in difesa.
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D’altro canto, però, proprio gli esterni dovrebbero avere maggiore spinta offensiva. Se si vuole trovare un pelo nell’uovo in questo inizio di stagione del Parma è proprio la sterilità della produzione in attacco. Soprattutto contro la Juventus, la squadra è parsa per lunghi tratti quasi innocua. La musica è cambiata nel secondo tempo della gara contro l’Atalanta, dove già prima del gol subito i crociati avevano alzato il baricentro e cominciato a cercare nuove trame. In questo grande mano può essere data da un giocatore come Oristanio, abile nello stretto e a saltare l’uomo, caratteristica potenzialmente fondamentale per scardinare le difese “con l’autobus parcheggiato” (come si suol dire). A questo però ci dovrà pensare ovviamente Carlos: il Parma necessita di molto di più in fase offensiva, altrimenti rischia di riproporsi sempre più spesso la sterilità vista contro la Juventus. E adesso gli uomini per attaccare ci sono.
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