La parola d’ordine è costruire… un mattone alla volta: Cuesta indica la strada
“Questa è la strada giusta per costruire.” Le parole di Cuesta, al termine dello 0-0 contro il Como, suonano come una dichiarazione d’intenti più che come una semplice analisi post-partita. Il tecnico del Parma, consapevole del momento della sua squadra, sceglie la via della continuità e del lavoro. Perché, al di là del secondo pareggio consecutivo e del terzo in stagione, il Parma visto al Tardini ha mostrato segnali di crescita: ordine, compattezza e, soprattutto, una confermata solidità difensiva.
Contro una formazione come quella di Fàbregas, sempre capace di muovere palla con qualità e mettere in difficoltà chiunque, i gialloblu hanno saputo chiudere gli spazi e restare dentro la partita con maturità. Cuesta ha cambiato volto alla sua squadra, variando l’assetto tattico e spostando Bernabé e Ordoñez in posizione più larga, per formare di fatto un centrocampo a quattro. Una scelta coraggiosa e intelligente, che ha limitato le linee di passaggio del Como e permesso al Parma di giocare con maggiore equilibrio.
Non è mancata, stavolta, nemmeno una certa intraprendenza offensiva. Cutrone, ancora una volta protagonista sfortunato, ha colpito una traversa che avrebbe potuto cambiare la storia della gara. Ma più dei singoli episodi, conta la sensazione di un gruppo in crescita, sempre più consapevole dei propri mezzi e della direzione intrapresa. Il Tardini ha percepito questa energia: la squadra ha lottato, ha sofferto quando serviva e ha provato a vincerla fino alla fine.
Cuesta sembra aver trovato la chiave giusta: partire dalla stabilità difensiva per poi costruire, un tassello alla volta, il resto del gioco. È un processo che richiede pazienza, ma il Parma appare sulla buona strada. I numeri diranno che sono solo due punti in due partite, ma dietro i risultati si intravede un’identità che cresce, si rafforza e trova radici sempre più profonde. Il cammino verso la salvezza è ancora lungo, ma la rotta è chiara. Serve tempo, serve fiducia, serve continuità. Cuesta lo sa bene: le fondamenta sono state gettate. Ora, un mattone alla volta, il Parma può davvero tornare a costruire.
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