I tifosi contro Cuesta: tempo e pazienza, due concetti difficili da aspettare

20.10.2025 00:00 di  Simone Brianti   vedi letture
I tifosi contro Cuesta: tempo e pazienza, due concetti difficili da aspettare
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Nel calcio moderno, tempo e pazienza sono diventate due virtù rare, quasi utopiche. I risultati devono arrivare subito, il progetto dev’essere pronto già all'alba della sua costruzione, e l’allenatore, specie se giovane e inesperto, viene subito messo in discussione. È ciò che sta accadendo a Carlos Cuesta, 30 anni, alla prima esperienza da allenatore principale, chiamato quest’estate a guidare un Parma rinnovato e ambizioso. Eppure, dopo appena sette giornate, c’è già chi lo critica aspramente sui social.

Il pareggio per 0-0 al Ferraris contro il Genoa, con un intero secondo tempo giocato in inferiorità numerica, ha dimostrato tutt’altro: una squadra viva, compatta, capace di soffrire senza perdere la testa. Il Parma ha portato a casa un punto pesante, nonostante l’assenza del pubblico ospite e le difficoltà di un campo storicamente ostico. San Suzuki ha fatto la sua parte, ma è stato tutto il collettivo a rispondere presente, chiudendo ogni spazio con ordine e sacrificio.

È in questi momenti che un gruppo mostra la propria identità, anche se ancora in costruzione. Parlare di crisi è prematuro, se non fuori luogo. I crociati hanno raccolto meno di quanto meritassero – basti pensare ai punti persi a Cagliari, a Cremona o al rocambolesco ko interno contro il Lecce. Chiaro, ci sono aspetti da rivedere, soprattutto nella gestione offensiva e in alcune scelte in corso d’opera. Ma giudicarlo ora significa ignorare il contesto: una rosa giovane, tanti nuovi innesti da ambientare, assenze pesanti (Valeri, Oristanio, Ondrejka) e una visione di gioco che richiede tempo per essere assimilata.

Il vero problema è la fretta. Il calcio italiano ha spesso bruciato talenti e progetti per l’impazienza di vedere risultati immediati. Cuesta non è un mago, ma un tecnico preparato, con idee moderne e una filosofia chiara. Servono fiducia, equilibrio e soprattutto coerenza: non si può invocare progettualità in estate e rinnegarla a ottobre. I tifosi hanno il diritto di essere esigenti, ma anche il dovere di sostenere una squadra che sta cercando di costruirsi un’identità. Il tempo, come la pazienza, è difficile da aspettare. Ma in certi casi, è l’unico investimento che può davvero pagare.

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