"Non sono i giocatori a decidere se partire, ma la società". Ottimo nelle intenzioni, ma quanto è attuabile?

30.04.2021 20:05 di Alessandro Tedeschi Twitter:    vedi letture
"Non sono i giocatori a decidere se partire, ma la società". Ottimo nelle intenzioni, ma quanto è attuabile?

C'è stato un passaggio della conferenza stampa di presentazione di Jaap Kalma e Javier Ribalta che più di tutti ha attirato l'attenzione e scatenato il dibattito sui social: "Non sono i giocatori a decidere se partire, ma la società", parola di Javier Ribalta. Il nuovo direttore dell'area sportiva ci ha tenuto a mettere in chiaro che anche in caso di retrocessione, ormai scontata, non sarà prevista una smobilitazione generale con la cessione di tutti i pezzi pregiati. O almeno non ci sarà un fuggi fuggi generale, ma scelte ponderate della società, con le cessioni che dovranno essere avallate dal progetto tecnico che il dirigente spagnolo ha intenzione di mettere in piedi per il futuro crociato.

La lettura di questa frase può essere molto positiva, a partire dalle chiare intenzioni della società di tornare subito nel massimo campionato, passando da una prova di forza e solidità del club, che non ha bisogno di svendere per rientrare delle spese e che non ha paura di affrontare un campionato di cadetteria con giocatori dai costi importanti come quelli che saranno ereditati da questa stagione, fino ad arrivare all'ennesima dimostrazione della bontà e della lungimiranza del progetto Krause.

Ma quanto è attuabile realmente questa politica? Quanti sono i giocatori esperti disposti a sposare la causa crociata, alle stesse condizioni economiche della A, ma in Serie B? Ci saranno sicuramente giocatori di cui la società vorrà privarsi sia perché fuori dal progetto tecnico sia perché fuori mercato con i prezzi della cadetteria, ma quei giocatori che la dirigenza crociata vorrà confermare, saranno pronti a scendere di categoria quando le sirene della Serie A si faranno forti ed insistenti? E al tempo stesso, quanto può essere producente un braccio di ferro per confermare giocatori con la voglia di partire verso altri lidi? Tutte domande a cui Javier Ribalta dovrà trovare risposta nei prossimi mesi, trovando nella rosa crociata i ragazzi con le giuste motivazioni per mettersi in gioco nel progetto Parma, che nelle intenzioni pare ottimo, ma che inevitabilmente dovrà passare dalle insidie di una rifondazione e di un anno in Serie B.