Il Parma programma un futuro virtuoso, ma riuscirà a tener fede al "progetto"? Servono acquisti subito, ma quando partirà il mercato?

Il nuovo capitolo del Parma Calcio è iniziato con la prima conferenza stampa della nuova stagione. Carlos Cuesta, sfoggiando un italiano praticamente perfetto, si è presentato per la prima volta alla stampa, parlando del presente e del futuro del club ducale affiancato dal CEO Federico Cherubini. L’allenatore spagnolo è stato sfuggente, rimanendo piuttosto abbottonato: poche le curiosità svelate ad una tifoseria che ora aspetterà l’inizio della stagione per conoscere al meglio il nuovo allenatore e scoprirne le qualità. Tuttavia, un approfondimento in più meritano le parole di Federico Cherubini, che introducendo Cuesta ha parlato delle motivazioni alla base di questa scelta. Il CEO del Parma non si è limitato a mettere in evidenza la grande preparazione e ambizione che tutti riconosco al nuovo tecnico gialloblu, ma ha allargato il discorso ad un’analisi del sistema calcio. Una critica al calcio italiano moderno, sempre più mangia-allenatori a causa di una visione limitata solo al breve termine:
“Si parla spesso di progetto, si abusa di questa parola e poi il 50% degli allenatori vengono sollevati dall'incarico durante il campionato, noi siamo stati tra i club che hanno alimentato questo trend che non è virtuoso. In Italia la permanenza media è la più bassa tra i campionati europei, supera di poco i 300 giorni, affidiamo progetti pluriennali per poi fermarli dopo appena una stagione. Gli allenatori si trovano poi in conflitto con un club, diventa difficile fidarsi di un progetto. C'era da cambiare qualcosa, scegliere l'allenatore come figura fondamentale per la crescita del club”. Un discorso integrato con un’ulteriore puntualizzazione: nessun sensazionalismo alla base della scelta di Cuesta, ma al contrario una profonda riflessione orientata ad un futuro ambizioso. Un chiarimento non necessario, vista l’innegabile serietà e impegno di proprietà e dirigenza, ma che comunque ha cancellato ogni potenziale equivoco. Detto ciò, la domanda che sporge spontanea è se questo “progetto” (termine abusato nel mondo del calcio, a detta di Cherubini) così virtuoso, da esempio per tutto il calcio italiano, riuscirà a portare subito risultati tanto da essere sostenuto per le prossime stagioni.
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Senza dubbio una società che lavora in simbiosi con un allenatore, costruendo un’identità e una cultura in tutte le aree del club, può raccogliere grandi risultati. Lo ha fatto l’Atalanta con Gasperini, ci sta provando il Como con Fabregas e su questa linea lavora anche il Parma. Non è scontato però che si vadano a verificare le condizioni per avviare un ciclo. Lo abbiamo visto con Maresca a Parma e anche con Pecchia nell’ultima stagione: pochi mesi fa, al tecnico della promozione veniva fatto firmare un contratto fino a giugno 2027, con obiettivi a lungo termine, salvo poi trovarsi costretti a correre ai ripari e optare per un esonero appena pochi mesi dopo. Quindi anche quello con Pecchia era un progetto pluriennale, che puntava a valorizzare il settore giovanile, eppure sappiamo come è andata a finire. Questo non lo scrivo per criticare una filosofia che al contrario io sposo e ritengo la migliore per un futuro ambizioso, bensì per evidenziare come una visione virtuosa comunque debba poi scontrarsi con una realtà dei fatti che non sempre consente di seguire i piani prefissati. La domanda che mi pongo è: se, nello scenario peggiore che spero non si verifichi, il Parma dovesse trovarsi a metà stagione in evidente difficoltà e a rischio retrocessione, si andrebbe avanti con Cuesta?
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Nella passata stagione in questa stessa situazione Pecchia fu esonerato e la scelta si è rivelata azzeccatissima. Questo perché l’allenatore rimane inevitabilmente legato ai risultati ottenuti, ancora più dei calciatori, e certe volte fisiologicamente ci si trova costretti a cambiare in corsa per raddrizzare il tiro. Il Parma, come l’anno scorso, anche quest’anno non può permettersi di rischiare la Serie B, sarebbe un danno economico enorme oltre che un freno ad ogni ambizione. Per questo, per avviare un progetto pluriennale che sia vincente non solo a parole ma anche con i fatti, c’è l’obbligo di investire in modo massiccio sul mercato e di farlo il più presto possibile, per dare a Cuesta tutti gli strumenti per macinare punti fin da subito. La strada migliore per coltivare la visione del club e aiutare il tecnico spagnolo deve spingere a prevenire la pressione di trovarsi a dover far punti in corso di stagione per inseguire con affanno la zona salvezza. Cuesta è un allenatore preparatissimo, pronto per questa avventura, ma è anche un debuttante. Per lui sarà sicuramente un’esperienza formativa con una responsabilità nuova, proprio per questo, oltre alla fiducia, servirà molto altro per facilitargli la stagione d’esordio. Insomma, detto in breve: condivido il progetto di Cherubini e del Parma, ma conosciamo anche le insidie del campionato. Per questo mi aspetto che la società intervenga per ridurre al minimo i potenziali rischi di una stagione che dovrà esser vincente per mantenere fede a queste parole.
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Venendo al mercato, abilmente dribblato da Cuesta in conferenza, sarei deluso se il Parma si presentasse al ritiro di Neustift senza nuovi acquisti (tolto il già arrivato Ordonez). La speranza è che la società stia accelerando in sordina nelle trattative in entrata, perché al momento tutto tace e le operazioni non sembrano decollare. Spero ci siano novità presto, pur sapendo che le dinamiche di mercato rendono le trattative più semplici a fine mercato rispetto a luglio. Ritengo però che il miglior alleato di Cuesta sarà il lavoro e per questo poter lavorare il prima possibile con una rosa quasi completa è fondamentale. Anche perché l'ex Arsenal giustamente porta una sua filosofia e una sua identità ed è necessario il giusto tempo per poter assorbire con calma i suoi dettami tattici. Vero che il mercato è condizionato anche dalle uscite, ma il Parma è una società forte e per questo mi aspetto che possa superare queste difficoltà del mercato e chiudere qualche nuovo innesto nelle prossime tre settimane. Sarebbe una prima grande dichiarazioni d’intenti, che andrebbe a legittimare ancora di più la scelta di Cuesta in panchina. Ma soprattutto, sarebbe un modo concreto per aiutare lo spagnolo, esattamente quello che serve in questo momento. Le parole di Cherubini mi hanno convinto, ora mi aspetto i fatti.
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