Ci si salva negli scontri diretti e il Parma sembra non saperne più vincere

C’è un vecchio adagio del calcio, tanto abusato quanto vero, che dice: ci si salva negli scontri diretti. Non è questione di filosofia, ma di matematica: se vinci contro chi lotta per il tuo stesso obiettivo, il vantaggio raddoppia, perché ti prendi i tre punti e li togli all’altro. Ecco, il problema del Parma di Fabio Pecchia è tutto qui: le buone prestazioni con le grandi sono inutili se poi non si raccolgono punti con chi ti sta intorno in classifica. Lecce, Verona, Cagliari, Genoa: sono questi gli avversari che il Parma avrebbe dovuto guardare negli occhi, affrontare con coraggio, mordere sulle caviglie e battere per garantirsi un margine di sicurezza. E invece, solo schiaffoni. Una serie di sconfitte che ha progressivamente tolto certezze, fiducia e punti, mettendo il Parma in una posizione sempre più pericolosa.
E dire che la squadra di Pecchia il calcio lo potrebbe giocare anche bene e quantomeno all'inizio del campionato lo aveva dimostrato. Contro le grandi, il Parma sa esaltarsi: si è visto con il Milan, con la Juventus, con il Napoli. Partite affrontate con piglio, personalità, organizzazione. Poi, quando si tratta di scendere nella mischia con chi ha il coltello tra i denti e si gioca la pelle per non retrocedere, il Parma smarrisce tutto. Le uniche vittorie contro dirette concorrenti risalgono al girone d’andata, contro Monza e Venezia, i due fanalini di coda e due squadre ormai spacciate. Troppo poco. Ora, con Roma e Bologna all’orizzonte, servirebbe una scossa. Ma soprattutto, servirebbe cambiare atteggiamento. Perché se non si fanno punti con chi sta in basso, prima o poi si finisce a guardare tutti dal basso. E quando te ne accorgi, è troppo tardi.
La società ha confermato la fiducia in Fabio Pecchia, ed è una scelta comprensibile: il tecnico ha portato il Parma in Serie A con un progetto di gioco chiaro e un’idea precisa. Ma nell’ultimo mese, i numeri sono impietosi. Il Parma è stata, se non la peggiore, una delle peggiori squadre del campionato. Una sola vittoria nelle ultime sette partite, quattro sconfitte pesanti (di cui tre di fila), la difesa che scricchiola e l’attacco che non incide più. Qualcosa deve cambiare, e in fretta. Perché la pazienza nel calcio è sempre un’illusione, e il baratro della zona retrocessione è molto più vicino di quanto sembri.