Britschgi balla il griddy, Pellegrino con la testa dura: il Parma torna a esultare, ma che fatica… Suzuki ci mette una pezza ai rigori, ma gli errori difensivi sono gravi

25.09.2025 00:00 di  Edoardo Mammoli   vedi letture
Britschgi balla il griddy, Pellegrino con la testa dura: il Parma torna a esultare, ma che fatica… Suzuki ci mette una pezza ai rigori, ma gli errori difensivi sono gravi
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it

Vittoria! Finalmente! Anzi no, è un pareggio… Vabbè, ma i rigori… Sì, ma che fatica… Torniamo seri: il Parma passa il turno di Coppa Italia e approda agli ottavi di finale, dove affronterà i cugini del Bologna. Quest’oggi allo Stadio Tardini la squadra di Carlos Cuesta ha superato lo Spezia, ma solamente ai calci di rigore: non sono bastati i novanta minuti regolamentari, terminati sul punteggio di 2-2. In grande spolvero Sascha Britschgi, alla sua prima apparizione in maglia crociata e autore del gol che ha sbloccato l’iniziale parità. Poi però i crociati non hanno saputo gestire il vantaggio, per ben due volte: prima il gol di Aurelio e poi quello di Lapadula hanno colto in fallo (anzi, in fallissimo!) la difesa gialloblu, che ha commesso due errori che difficilmente si vedono a questi livelli. Alla fine dei conti, però, la qualificazione è stata centrata (grazie ai guantoni di Suzuki e al rigore in stile space shuttle di Lapadula), anche se con una prestazione sicuramente rivedibile, ma che ci consente di analizzare aspetti positivi e negativi della gara della squadra di Carlos Cuesta.

Partiamo dalle note positive. Senza dubbio la prima presenza in maglia crociata di Sascha Britschgi, oggi schierato come esterno destro a tutta fascia, ruolo che lui stesso ha detto essergli congeniale. E infatti si è visto: tanta tanta corsa sulla corsia di destra, che lo ha portato più volte al cross, soprattutto nella prima frazione. Ma la cosa che più ha stupito, ovviamente, è stato il suo gol: rimasto al limite dell’area su situazione di calcio d’angolo, Britschgi non ci ha pensato due volte e ha calciato al volo una gran conclusione che ha dato un bacino al palo prima di insaccarsi alle spalle di Sarr. E poi l’esultanza: l’ormai conosciutissimo “griddy”, il balletto di Moise Kean per intenderci. Ma il bello è stato vedere i compagni ballarlo assieme a lui, segno di come Sascha si sia già integrato all’interno del gruppo.

Altra bellissima esultanza quella di Mateo Pellegrino: sceso in campo indossando il caschetto (per lo stupore di tutti), l’attaccante argentino ha segnato ancora una volta di testa e ha esultato indicandosi appunto l’insolito copricapo. Un gol che potrebbe essere fondamentale, ossigeno fresco nei polmoni di Mateo: molti pensavano che oggi non sarebbe stato schierato, visto il tasso tecnico della partita, ma invece Cuesta ha deciso di metterlo in campo, molto probabilmente nella speranza che potesse ritrovare il gol che finora gli è mancato in campionato. E così è stato: alla prima vera occasione disponibile, Pellegrino non ci ha pensato due volte e di testa (nonostante il caschetto) ha siglato il suo terzo gol in questa Coppa Italia.

Ci sono state, però, anche diverse note negative nella partita di oggi. Ovviamente mi riferisco ai due gol subiti, il cui problema non consiste semplicemente nell’aver subito due reti da una squadra di categoria inferiore. Assolutamente, può anche capitare. Il problema principale è stato l’atteggiamento difensivo in occasione di questi gol. In particolare sul primo: Lovik perde palla sulla sinistra in fase di ripartenza e consente a Vignali di crossare; il pallone attraversa tutta l’area di rigore e Ndiaye lo lascia scorrere; idem Troilo che si preoccupa più di spostare l’avversario. Peccato che sul secondo palo si trovi Aurelio, lasciato completamente solo da Delprato e Britschgi (unico neo della sua partita), nessuno dei quali ha pensato a fare un ripiegamento difensivo. Per non parlare della seconda rete dello Spezia, con Troilo ancora una volta protagonista in negativo: troppo blanda la sua chiusura su Lapadula, che da vecchio volpone non aspettava altro e per lui è stato un gioco da ragazzi. Questi errori possono capitare, certo, ma sono davvero gravi per dei giocatori di questo calibro. E soprattutto non possono ricapitare: il Parma è atteso da due sfide fondamentali al Tardini contro Torino e Lecce, dove si dovrà puntare alla vittoria. E lì non ci saranno i rigori a salvare la baracca…

LEGGI QUI: Al Tardini finisce ai calci di rigore: l'ultima volta nel dicembre 2012