Reazione di sistema: Bernabé e Britschgi guidano la svolta mentale del Parma
Il Parma non ha iniziato nel migliore dei modi la sfida contro il Milan. Un avvio timoroso, quasi impaurito, figlio probabilmente delle scorie psicologiche del derby perso con il Bologna. Quella sconfitta ha lasciato qualche segno, soprattutto a livello mentale, e i primi minuti contro i rossoneri ne sono stati la dimostrazione: una squadra esitante, contratta, incapace di imporsi. Il Milan, dal canto suo, è partito con convinzione, trovando subito il gol e dando l’impressione di poter gestire agevolmente la partita. In quel momento il Parma è apparso come un pugile colpito da un paio di diretti, frastornato ma non al tappeto.
La reazione è arrivata con coraggio e personalità. Britschgi ha incarnato perfettamente lo spirito di chi non vuole arrendersi: la caparbietà con cui ha recuperato palla a Estupiñán è stata l’immagine della svolta. Da lì l’assist per Bernabé, che ha valorizzato una delle sue armi migliori, il tiro a giro, e ha riaperto la gara. Da quel momento il Parma ha trovato fiducia, ha preso campo e ha iniziato a crederci. Il Milan, invece, ha perso un po’ del ritmo iniziale, nonostante nella ripresa abbia avuto le occasioni per tornare avanti, trovandosi anche a tu per tu con Suzuki.
La nota più positiva, però, è la tenuta mentale della squadra gialloblu, capace di non mollare mai e di rimettere in piedi una partita che sembrava compromessa. Il Parma ha avuto anche l’opportunità per completare la rimonta e firmare il 3-2. Una reazione che rappresenta il segnale più confortante in vista del futuro. Ora il vero esame sarà contro le squadre di pari livello, quelle che lottano per non retrocedere. Le motivazioni, contro le big come Milan, Juve o Inter, arrivano da sole; la vera prova di maturità sarà il match con il Verona dopo la sosta. Cuesta, fedele al 3-5-2 che lo scorso anno ha garantito la salvezza, sta cercando continuità, anche se con uno sviluppo diverso: con Bernabé ad allargarsi sulla destra per favorire le sovrapposizioni di Britschgi.
Quanto a Ndiaye, è giovane e può sbagliare: il pubblico giustamente come al teatro paga il biglietto, se non gradisce l'opera fischia, se la gradisce applaude, però è chiaro che, su questo Parma insegna, il giocatore va sempre sostenuto fino a fine della partita, perché ha l'opportunità poi di dimostrare attraverso la gara quello che è il suo valore.
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