Una reazione di cuore e d'orgoglio: ripartire da qui dopo la sosta per dare continuità

09.11.2025 00:00 di  Simone Brianti   vedi letture
Una reazione di cuore e d'orgoglio: ripartire da qui dopo la sosta per dare continuità
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Un primo tempo da dimenticare, uno di quelli che sembrano scritti per segnare una serata storta. Il Parma di Cuesta, davanti al pubblico del Tardini, va sotto di due gol contro un Milan cinico, bravo a sfruttare ogni minima disattenzione. I gialloblu appaiono contratti, imprecisi, quasi intimoriti. Il palleggio è lento, le distanze tra i reparti troppo ampie e la difesa soffre le accelerazioni degli attaccanti rossoneri. Eppure, quando tutto sembra compromesso, arriva la scintilla che cambia la partita. Ci pensa Bernabé, talento puro e mente creativa del centrocampo, ad accendere la luce. Il suo mancino, potente e preciso, da dentro l’area di rigore, batte il portiere e riaccende le speranze. È un gol che pesa non solo per il punteggio, ma per ciò che rappresenta: un segnale di vita, un messaggio chiaro ai compagni e ai tifosi. Lo dice anche Delprato al fischio finale.

Il Tardini si risveglia, il Parma ritrova coraggio, inizia a crederci. Nella ripresa, la squadra di Cuesta entra in campo trasformata. L’atteggiamento è completamente diverso: aggressività, pressing alto, fame di riconquistare palla e di ribaltare il destino della gara. Il Milan arretra, schiacciato dalla spinta continua dei padroni di casa. Occasioni a raffica, una traversa che grida vendetta, un paio di conclusioni respinte e quella sensazione crescente che il pareggio sia solo questione di tempo. E infatti arriva, con la firma più simbolica possibile: quella del capitano, Delprato. L’inserimento è dei suoi, partito dalle retrovie con tempismo perfetto, il tocco è deciso e vincente. La sua esultanza, rabbiosa e sincera sotto la Curva Nord, racconta tutto: orgoglio, appartenenza, leadership.

È il gol del destino, perché tocca a lui, con la fascia al braccio, trascinare la squadra e dare la scossa a tutto l’ambiente. Il 2-2 finale vale molto più di un punto. È la dimostrazione che questo Parma ha carattere, che sa soffrire e reagire. Ora arriva la sosta, tempo utile per rifiatare e lavorare sulla continuità, la chiave per fare il salto di qualità. Al rientro, tre gare delicate — contro Verona, Pisa e Udinese — diranno fino a che punto la squadra di Cuesta potrà spingersi. Ma con questo spirito, il futuro può davvero sorridere.

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