Un rompicapo tattico complesso, un mercato che non decolla: è un Parma ancora alla ricerca di sé

27.01.2022 23:00 di Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Un rompicapo tattico complesso, un mercato che non decolla: è un Parma ancora alla ricerca di sé
© foto di ParmaCalcio1913

Per l'editoriale odierno, parto da un presupposto: questo Parma, ad oggi, è una delusione. Lo è per tutti: tifosi, addetti ai lavori, dirigenti, staff, giocatori stessi. Tutti ne siamo delusi, colpevoli forse di aver sopravvalutato la rosa ad inizio stagione, probabilmente anche perché appannati dai luccicanti colpi di mercato estivi (Buffon e Vazquez su tutti). Certo, però, che se ci sono le ciliegine e mancano le fette di torta il discorso si fa più complesso... Ma sul discorso mercato avrò modo di tornarci. Questo Parma presenta tante problematiche, ma secondo me in questo momento sono due gli aspetti che più preoccupano e devono preoccupare maggiormente: un rompicapo tattico da risolvere e un mercato più difficile del previsto.

Partiamo dal primo punto: mister Iachini sembra aver "battezzato" come modulo base il 3-5-2, o 3-4-1-2 a seconda della posizione di Vazquez. Cambia poco. Iachini, che è un allenatore esperto e che non ha paura di prendersi le sue responsabilità, sembra aver imboccato questa strada prendendo anche delle decisioni forti e per certi versi impopolari. Ad esempio, ad inizio stagione il Parma aveva messo al centro del suo progetto tante ali e seconde punte guizzanti: da Man a Tutino a Mihaila, con dei giovani rincalzi (pare) di belle speranze come Correia e Iacoponi. Quel Parma, che era stato pensato (bene o male è un altro discorso) per un 4-3-3 o 4-1-4-1 molto offensivo, si ritrova improvvisamente trasformato in un 3-5-2, che di fatto rischia di tagliare fuori (o almeno di ridimensionare sensibilmente) gli elementi che giocano in questi ruoli. Ci sta provare Mihaila come seconda punta, in fondo Iachini a Firenze spesso giocava con Kouamé come spalla di Vlahovic in un 3-5-2. Comincia però a diventare un segnale contrastante il vedere che come subentrante dalla panchina si sceglie un classe 2003 come Bonny, più punta di peso, piuttosto che un Man (contro il Frosinone subentrato solo all'88') o un Tutino (in panchina per 90' per la seconda volta consecutiva). Insomma, per farla breve: siamo sicuri che questa sia la scelta giusta e non si rischi di dilapidare un patrimonio, al di là del fatto che questi giocatori possano aver deluso? In realtà comunque c'è da dire che forse il Parma, in questo momento, non sembra potersi permettere la difesa a quattro, ed è questo che rende il rompicapo di difficile soluzione: Danilo non ha più le caratteristiche per giocare a quattro, e forse anche Osorio e Cobbaut sembrano trovarsi meglio a tre. Anche a centrocampo probabilmente manca il filtro necessario per potersi permettere un attacco con tanta fantasia e una difesa a quattro: insomma, sembra un cane che si morde la coda, ed è una cosa frustrante perché, in un modo o nell'altro, sia ha la netta sensazione che non si possa sfruttare tutto il potenziale di questo Parma. A meno di non intervenire pesantemente ancora sul mercato, e qua arriviamo al secondo punto.

Dicevamo: il mercato. Lo ha detto anche Sandro Melli che abbiamo intervistato in questi giorni (qui trovate l'intervista): "A questa squadra serve tanto, non solo uno o due giocatori". Boom. Cioè, siamo a quattro giorni dalla fine del mercato ed è evidente a chiunque che qualcosa manchi un po' ovunque, e l'impressione generale è che possa servire almeno un puntello per reparto. Simy sembra vicino, bene, è un inizio. Serve però anche irrobustire la difesa, un po' per il discorso fatto sopra, ma anche per dare qualche alternativa in più per ovviare agli infortuni. A centrocampo, inoltre, siamo sicuri che basti Cassata? In estate si era pescato dagli svincolati per far fronte alla partenza di Brugman (che, a parere mio, in B sarebbe un giocatore di altissimo livello, ma questo è un altro discorso), è arrivato Traore che sin qui ha inanellato pochissimi minuti. Non è mia intenzione fare il processo a Ribalta, che penso sappia benissimo che qualcosa serva: inoltre mi rendo conto come sia difficile fare mercato a gennaio, con una squadra partita con ben altre ambizioni e che oggi si trova al tredicesimo posto, e con una concorrenza assurda da parte delle altre di B che lottano per la promozione e vogliono rinforzarsi. Mi sembra però pacifico il fatto che i rinforzi servano. Le certezze a questo punto sono solo due: che il Parma è ancora alla ricerca di se stesso e che mancano solo quattro giorni alla fine del mercato. Di interrogativi ce ne sono tanti, ora però si cercano risposte: sul campo e non solo.