Contro il Pisa la difesa a quattro e il tridente hanno dato i loro frutti. Rebus per Cuesta verso la Lazio: forse è adesso il momento per un Parma più “giochista”
Inutile nascondersi dietro a un dito: il cambio di modulo nella gara di Pisa, o almeno il passaggio alla difesa a quattro, è stato dettato più dalle assenze che da motivazioni tecnico-tattiche. Mister Cuesta si è infatti trovato ad affrontare la sfida con solamente due centrali di ruolo, Delprato e Valenti, senza nulla togliere ai giovani Nicolas Trabucchi e Bernardo Conde: due giovani dalle grandi prospettive, ma sarebbe stato un rischio schierarli in uno scontro diretto così delicato. Ecco che il tecnico maiorchino ha optato per un cambio di schieramento difensivo, passando così alla linea a quattro. Ma le modifiche non hanno riguardato solo il reparto arretrato, bensì anche la zona offensiva, dove il Parma è sceso in campo con ben tre attaccanti di ruolo: per la precisione Ondrejka e Benedyczak a sostegno della prima punta, ovviamente Mateo Pellegrino.
E inizialmente i crociati hanno dimostrato un cambio anche nell’approccio alla gara: una squadra più propositiva, che ha provato fin da subito a fare la partita nonostante gli avversari volessero sfruttare a proprio vantaggio il fattore campo. Un tridente finora mai visto, se non nella gara contro il Torino, e che ha portato il Parma ad avere maggiore peso offensivo e più soluzioni rispetto al solito lancio lungo alla ricerca delle spizzate di Pellegrino. Il gol, poi, è arrivato senza dubbio da una situazione fortuita, ma che ha rispecchiato l’atteggiamento di tutta la squadra. Nella ripresa tutto questo è inevitabilmente cambiato: il Pisa, alla ricerca del pareggio, si è lanciato all’attacco e i crociati hanno dovuto ripiegare nella propria metà campo a difesa del punteggio acquisito. Ma questo, come ha sempre ripetuto mister Cuesta, deve essere uno dei tratti propri del DNA gialloblu: sapersi adattare ai momenti della partite, anche accettando che siano gli altri ad avere il pallino del gioco in certi frangenti, ma resistendo con ordine ed equilibrio. E questo il Parma l’ha saputo fare bene.
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Messa in archivio la vittoria di Pisa (più appagante dal punto di vista della classifica che del mero gusto estetico), adesso si apre un rebus non da poco per mister Carlos Cuesta: con il rientro di Troilo, il Parma tornerà ad adottare una difesa a tre o si continuerà sulla via dello schieramento a quattro? Quest’ultima opzione ha dato ottimi risultati nell’ultima gara, ma è anche vero che (come si suol dire) “una rondine non fa primavera” e saranno necessarie valutazioni. Il ritorno di Troilo fa inevitabilmente pensare al 3-5-2 visto (seppur in varie modalità) fino a questo momento, ma è anche vero che adesso i crociati possono contare su un cospicuo numero di giocatori offensivi dopo i rientri in pianta stabile di Ondrejka e Oristanio.
Ecco dunque che pongo il mio dubbio personale in vista della partita di sabato: perché non continuare con lo schieramento tattico visto a Pisa e mantenere il tridente in attacco? Quest’ultimo infatti, come già ho accennato in precedenza, consente al Parma di avere maggiori soluzioni a livello offensivo rispetto al solito lancio lungo. Non che questo debba essere abbandonato, anzi. Ma con tre attaccanti dalle diverse caratteristiche, i crociati guadagnano più variabili di attacco, potendo contare anche sui dribbling di Ondrejka e sulle abilità di inserimento di Benedyczak, senza dimenticare l’esperienza di Cutrone e la tecnica di Oristanio. Oltretutto si torna a giocare in casa e il calore del Tardini potrebbe rappresentare una spinta in più per vedere un Parma più “giochista” (mi venga passato il termine), contro un avversario forte come la Lazio ma comunque non irresistibile, a fronte anche dell’assenza forzata di Gila, difensore titolare per i biancocelesti. Non sto assolutamente chiedendo a Cuesta un atteggiamento spregiudicato, all’assalto degli avversari fin dal primo minuto. Ma quella di sabato potrebbe essere effettivamente l’occasione per vedere un Parma diverso, forse più in linea con quanto lo stesso tecnico maiorchino ha in mente…
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