PL - Liverani: "Krause arrivato per mantenere il Parma a livelli alti. Noi facemmo fatica a creare un amalgama"
Mister Fabio Liverani ha parlato in esclusiva ai microfoni di ParmaLive.com, ricordando la sua esperienza alla guida del Parma Calcio, tra 2020 e 2021, ossia nei mesi del passaggio di proprietà e dell'arrivo di Krause alla guida del club crociato. Ecco le sue dichiarazioni sul presidente gialloblu: "Anche se non sono stato scelto, ho trovato una famiglia e un presidente che volevano fare il bene della società del Parma. Il club veniva da delle mani sicure: la proprietà precedente, gente di Parma che voleva bene al Parma. Nonostante arrivasse una proprietà straniera ho avuto la stessa percezione: di essere nelle mani solide di un imprenditore importante che voleva fare le cose bene, senza far mancare nulla e riportare e mantenere il Parma a livelli molto alti".
Dal punto di vista comunicativo invece, come ha vissuto i diversi tweet del presidente relativi anche al mercato e al modulo della squadra?
"Ma guarda noi non avevamo in mente il 3-5-2, avevamo pensato all'inizio di fare un 4-3-3 quindi questa era l'idea. Non era stato possibile fare programmazione, proprio perché c'era questo passaggio di proprietà di mezzo: non si poteva fare mercato, non potevamo prendere giocatori. C’era comunque un gruppo storico un pochino avanti con l'età e quindi il cambiamento portato dai giovani su cui puntava la nuova proprietà ha fatto sì che quella stagione purtroppo andasse cosi. Non si poté far nulla per salvarla, ma questo è un dato di fatto. Venendo dall'anno del Covid non c'era stato tempo per programmare, non c'era stato tempo per fare il ritiro. Il passaggio di proprietà subito dopo non aveva consentito al gruppo vecchio, con tutti i giocatori esperti che avevano fatto bene, di guardarsi intorno o di accettare magari un cambiamento. La proprietà voleva un progetto più giovane, con giocatori di prospettiva, però non c'è stato il tempo. Causa Covid, il campionato è iniziato dopo 10-15 giorni di pausa e al Parma si era creata una mezza spaccatura tra il gruppo storico e la mentalità nuova della proprietà che voleva cambiare la strategia".
Siccome l'ha citato, per quanto riguarda il mercato, da quando c'è Krause si sente spesso a parlare di numeri, di algoritmi. Lei aveva avuto discorsi in questo senso, delle riunioni magari parlando del mercato oppure no?
"Sì, dopo abbiamo cercato di guardare e di fare investimenti anche comprando cartellini di giocatori giovani che poi oggi ancora sono mediamente giovani. Il Valenti di turno fu uno dei primi, ma aveva bisogno di un percorso di crescita, di capire il campionato. Anche altri come Mihaila, poi Man e tanti altri giocatori piano piano andavano inseriti. Solo che in quel passaggio lì, il Parma non ha avuto la possibilità di mantenere la categoria giocando e cambiando piano piano. È stato un cambiamento troppo drastico e quindi non si è creata quell'alchimia tra i nuovi e i giocatori più esperti, che avevano fatto tanto per Parma e che in quel frangente si sono sentiti un pochino messi da parte. Questo non ha aiutato sicuramente il lavoro sul campo".
Visto che l'ha citato, parliamo proprio di Valenti, che a lei ha fatto esordire. Si aspettava che potesse rimanere al Parma e performare in Serie A così a lungo, nonostante magari qualche volta faccia qualche errore, come contro la Lazio?
"Sì, lui fa degli errori, secondo me, di superficialità. Li faceva prima e ancora ogni tanto li fa, però è un giocatore di grande qualità, di grande temperamento e credo che sia un valore importante per il Parma. I mister che hanno potuto averlo in condizione fisica ottimale lo hanno sempre scelto per giocare e questo vuol dire che sotto quel profilo avevamo visto bene. È un giocatore comunque di buon livello".
Un altro che lei ha lanciato è Sohm, che il Parma ha ceduto alla Fiorentina in estate, ma che al momento invece non è stato in grado di incidere, secondo lei come mai?
"Fare una valutazione oggi sulla Fiorentina diventa difficile, io non credo che oggi sia Sohm il problema. È uno di quelli su cui avevo puntato di più, un 2001 aveva 19 anni, ma aveva queste potenzialità che poi si sono viste a Parma e hanno interessato la Svizzera e la Fiorentina. Credo che sia un giocatore che ancora non ha sviluppato tutto il suo potenziale, però è un giocatore forte".
Arrivando invece al Parma di adesso, è stato scelto un allenatore giovane come Carlos Cuesta, c'è magari un consiglio che si sente di dare a un allenatore che è arrivato quasi da sconosciuto in Serie A per la prima volta?
"Non ho grandi consigli da dargli. Credo che il campionato italiano sia difficile da affrontare con queste squadre. Magari uno pensava che un allenatore che veniva dall'Arsenal portasse un calcio di un certo tipo. La realtà è che il Parma deve lottare, deve fare punti, deve mantenere la categoria perché è fondamentale per la programmazione e la crescita della società e dei giovani. Io credo che le idee vadano annesse alle caratteristiche dei calciatori che uno ha, quindi penso che non abbia bisogno di consigli da parte mia. La conoscenza del calcio italiano piano piano gli farà capire che fare punti nel nostro campionato è difficile con tutti, bisogna avere organizzazione. Il Parma stia facendo il suo campionato, credo che sappiano che è un campionato anche di sofferenza: chi lotta per la retrocessione deve rimanere equilibrato, sereno e l'ambiente Parma te lo permette: una società solida, un centro sportivo stupendo, uno degli amministratori più conoscitori del calcio italiano come Cherubini. Ci sono tutte le componenti per salvarsi, poi farlo o no vedremo. Questo sarà un campionato duro fino all'ultima giornata per tutti".
Un problema o una difficoltà può essere quella di dover inserire tanti giocatori nuovi insieme, giovani e magari che provengono da diverse realtà. Cuesta ha sempre detto che questo è una ricchezza, però poi avere ragazzi che vengono da tante parti del mondo e creare un amalgama non deve essere semplice.
"Sicuramente non è semplice: credo che per il campionato italiano bisogna avere uno zoccolo duro, che conosca la Serie A e da lì costruire intorno, anche con giovani promettenti. Avere uno zoccolo duro è importante e il Parma ha diversi giocatori, alcuni anche stranieri, che giocano da un po’ da noi, come Delprato, Valeri ed Estevez. La scelta del Parma è molto lineare: giovani di grande prospettiva, ricercati in tutto il mondo con la possibilità di fare plusvalenze e mantenere la categoria. Penso che questo sia l'obiettivo del Parma e per adesso sono dentro a questo obiettivo: lottano, ogni anno lotteranno. Hanno le potenzialità, la forza e la solidità in società. Tutti devono avere in mente l'obiettivo, perché quando lo si conosce si ha una stessa veduta. È importante che tutti sappiano che il Parma, con questo tipo di progetto, si può salvare a due giornate alla fine, a tre, a quattro, all'ultima. Però è fondamentale anche la crescita di giocatori giovani, da poter rivendere, da fare plusvalenze. Questo è un po' l'obiettivo del Parma e quando sono tutti consapevoli credo che ci sia unione, l'importante è che poi non si cambi questo obiettivo durante la stagione".
Da ex centrocampista, che idea si è fatto del centrocampo del Parma, che comunque sta alternando diversi giocatori? C'è un giocatore che l'ha impressionata particolarmente?
"Bernabè per me è un giocatore di intelligenza, tanti dicono qualità, ma a me quello che piace di più è l'intelligenza tattica di questo ragazzo: riesce a giocare in tutte le situazioni e sicuramente per me è il fiore all'occhiello del centrocampo. È un buon giocatore Keita, Hernani, che conosco, è un utile all'occorrenza, Estevez è un altro giocatore di esperienza che può dare una mano per tante cose. Però se mi dici un giocatore su tutti, ti dico Bernabè".
Per quanto riguarda la lotta a salvezza, c'è una previsione che si sente di fare?
"Onestamente no, perché secondo me fino a chi ha oggi 16 punti non si può sentire tranquillo. La lotta salvezza comprende tante squadre ad oggi, non mi sento di dirti qualcuno più a rischio. Perché anche oggi che la Fiorentina è la squadra più in difficoltà di tutti, in crisi, faccio fatica a pensare che non riesca a vincere 2-3 partite di seguito. Quindi se tolgo anche la Fiorentina dalle ultime tre, per una questione solo di blasone spero e credo che la Fiorentina possa tirarsi fuori, trovarne altre tre oggi è quasi impossibile".
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