Infortuni o no, il Parma deve tornare a segnare. Krause, sulla carta son belle parole, ma ora cerchiamo di fare i fatti

11.11.2022 00:00 di Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Infortuni o no, il Parma deve tornare a segnare. Krause, sulla carta son belle parole, ma ora cerchiamo di fare i fatti
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© foto di ParmaLive.com

Nel momento in cui sto scrivendo, il Parma sta lentamente tornando a recuperare alcuni giocatori cardine, e probabilmente rivedremo alcuni di essi già contro il Cittadella. L'emergenza infortuni, tuttavia, è qualcosa che si deve necessariamente risolvere, perché sono almeno tre anni che ci sono più infortuni della norma ed è un aspetto che va indagato. Comunque non è questo ciò di cui volevo parlare, quanto piuttosto di dati statistici. In particolare, ciò che preoccupa in casa Parma è la sterilità offensiva. Al di là dei numeri fatti registrare nelle ultime giornate (tra il Sudtirol e il Palermo un solo gol segnato), preoccupa ancora di più il fatto che l'ultimo gol su azione dei crociati risale al 15 ottobre scorso, praticamente un mese fa, e fu segnato da Oosterwolde, un difensore. Successivamente sono arrivati altri due gol di difensori, sempre su palla inattiva, firmati da Valenti, sempre contro la Reggina, e Delprato, rete che ha deciso la sfida con il Como. Per trovare un gol su azione di un attaccante in campionato (escludendo quindi i due rigori contro il Frosinone e la rete di Benedyczak contro il Bari) bisogna invece risalire ad Ascoli-Parma del 17 settembre, quando invece riuscirono ad andare a segno ben tre giocatori offensivi: Tutino, Man e Inglese. E' chiaro che le assenze abbiano pesato, ma sono dati che hanno una certa importanza, sintomo che bisogna migliorare la manovra: speriamo di vedere un'inversione di tendenza già contro il Cittadella.

Volevo anche spendere due parole sulla recente intervista di Kyle Krause che abbiamo riportato anche noi. Fondamentalmente, il presidente ha snocciolato temi che tutti conosciamo molto bene, dall'importanza della data analysis al ritorno in Serie A, dai modelli internazionali al desiderio di centrare una qualificazione europea. Ecco, sulla carta è tutto molto bello, ma c'è qualcosa che stona fortemente. Parma è una piazza che dal 1990 ad oggi ha militato praticamente sempre in Serie A, la prima volta per 18 anni consecutivi, per poi retrocedere e risalire immediatamente fino al doloroso fallimento del 2015. Da quando c'è Krause sono arrivate una retrocessione nettissima, con numeri anche peggiori dell'anno del fallimento; e un'annata anonima in Serie B, laddove, precedentemente, il Parma era riuscito a risalire subito. Attualmente, i crociati non sono oltre un piazzamento playoff, con vari dubbi che possono essere legittimamente posti ad esempio circa il mercato. Ma a parte questo, stona fortemente parlare di mission, di ispirazione internazionale, di Ajax, di Liverpool, di Barcellona e di Europa: ad oggi, risultati alla mano, Krause è in debito con la piazza ed è un dato di fatto. Si faccia prima il possibile per ritornare in Serie A, invece di sbandierare una grandeur che ad oggi appare un miraggio.