Lottare, sacrificarsi e vincere... insieme: è un Parma in crescita, Troilo-Sorensen confermano una cosa

24.11.2025 00:00 di  Simone Brianti   vedi letture
Lottare, sacrificarsi e vincere... insieme: è un Parma in crescita, Troilo-Sorensen confermano una cosa
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Il Parma sta finalmente raccogliendo ciò che per settimane aveva soltanto sfiorato. Una crescita costante che nelle ultime uscite ha trovato la sua traduzione più concreta in campo. La squadra di Cuesta aveva già mandato segnali chiari prima della sosta, nella gara contro il Milan: intensità, qualità, spirito di sacrificio. Elementi che avevano permesso ai crociati di mettere in seria difficoltà i rossoneri e di strappare un punto prezioso per come si era messa la partita nei primi trenta minuti. Ma è a Verona che questo percorso ha assunto contorni definiti.

Il successo al Bentegodi non vale soltanto tre punti pesantissimi in uno scontro diretto per la salvezza: è un manifesto identitario. Una prova compatta, collettiva, figlia di una squadra che ha deciso di soffrire insieme, di correre insieme, di vincere insieme. E se parlare di Pellegrino sarebbe facile — perché quando entra in partita con questa presenza fisica e mentale è semplicemente immarcabile — il vero passo in avanti del Parma passa attraverso i singoli meno attesi.

In particolare, due giocatori hanno incarnato lo spirito del momento: Troilo e Sorensen. L’argentino, alla sua prima gara da titolare in Serie A, ha offerto una prestazione da difensore vero: pulito nelle chiusure, feroce nei duelli, sicuro nell’impostazione. E pensare che pochi giorni fa era ancora etichettato con diffidenza dopo il rigore causato contro il Genoa e qualche incertezza in Coppa Italia. A Verona, invece, ha mostrato ciò che spesso rimane sottotraccia: personalità, lavoro quotidiano, capacità di mettersi alle spalle gli errori. Un segnale forte, soprattutto per un ragazzo che sta ancora costruendo la propria identità nel calcio europeo.

Accanto a lui la prestazione di Sorensen. Spesso bersaglio critico, non sempre con piena giustificazione, il danese ha risposto con la miglior arma possibile: il campo. Ha corso ovunque, ha impostato con semplicità, ha lottato su ogni pallone. Ha persino sfiorato un gol che avrebbe impreziosito la sua gara, centrando una traversa che grida vendetta. Nel finale, poi, ha dato l’impressione di essere sempre nel posto giusto: a proteggere, a ripartire, a dare soluzioni. Fiducia, tempo, pazienza: tre parole chiave per comprendere il cambio di passo del Parma. Perché ambientarsi in un campionato come la Serie A non è mai scontato, soprattutto per chi arriva da contesti diversi. Ma quando emergono prestazioni così, allora sì, un mattone è stato posato. Ora la costruzione può davvero continuare.

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