Di nuovo un black-out, anche Pecchia torna sotto accusa. Pederzoli s’infiamma, ma l’arbitro non è l’unico responsabile del crollo

I cambi sbagliati di Pecchia hanno spianato la strada alle intuizioni vincenti di Ranieri. Una direzione non all'altezza sottolineata dal club, ma in vista del ritorno non basterà cambiare soltanto l'arbitro...
01.06.2023 00:00 di  Rocco Azzali   vedi letture
Di nuovo un black-out, anche Pecchia torna sotto accusa. Pederzoli s’infiamma, ma l’arbitro non è l’unico responsabile del crollo

Il Parma ci è cascato di nuovo. Il secondo tempo di Cagliari ha riaperto alcune ferite nella mente dei tifosi che via via andavano rimarginandosi dopo il finale di campionato ad alti livelli dei crociati. Merito va dato anche ai padroni di casa e a Ranieri, che con le sue intuizioni ha dato nuova linfa ad una squadra parsa tramortita sotto i colpi dell’undici ducale nella prima frazione di gioco. Cambi azzeccati quelli dei sardi, totalmente sbagliati quelli di Pecchia, invece. Nessuno dei giocatori subentrati dalla panchina, infatti, è riuscito a dare il proprio contributo in campo ed il Parma è rimasto in balia dell’avversario per tutti i secondi 45’. Dilapidare un vantaggio che sarebbe valso un piede e mezzo in finale in vista del ritorno, in questa maniera, dopo un primo tempo impeccabile, lascia più che l’amaro in bocca.

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Una menzione particolare, inoltre, la merita il fischietto di gara: il Sig. Andrea Colombo è stato uno dei protagonisti in negativo della sfida; errori peggio dei suoi li ha fatti solamente Cobbaut, forse. A fine partita, infatti, Mauro Pederzoli prima e Pecchia poi, hanno evidenziato l’operato oltremodo non all'altezza dell’arbitro, che per tutto il secondo tempo ha diretto a senso unico in favore dei rossoblù. Dai mezzi falli alle situazioni dubbie, dalla carica su Chichizola in occasione del rigore per il Cagliari alle 5 ammonizioni contro zero a scapito del Parma. Giusto alzare la voce e farsi sentire in questi termini da parte del club; troppo pressappochista sarebbe invece credere che Colombo sia stato l’unico responsabile di questa debacle da parte dei crociati nella ripresa.

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Non sarà sufficiente, infatti, soltanto una direzione di match adeguata all'importanza della posta in palio sabato sera al Tardini. L'arbitro ci ha messo del suo di certo, ma la totale assenza dei crociati nella seconda metà di gioco è il fattore che più ha pesato nell'economia dell'incontro. Era tempo che non assistevamo ad un calo di concentrazione tale, al punto da pensare che quel Parma discontinuo anche all'interno degli stessi 90 minuti era ormai sepolto dopo il cambio di marcia seguente al ko di Como. Evidentemente però il mezzo scivolone di Benevento non è stato solamente un'avvisaglia ed ora sarà complicato rimediare al crollo ravvisato nella ripresa dell'andata.

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Bisognerà per forza di cose ripartire dagli spunti positivi del primo tempo dell'Unipol Domus: la cattiveria agonistica, il gioco in verticale e la compattezza di una squadra corta e quadrata, sempre pronta a ripartire. La partita di ritorno, purtroppo però, non potrà essere impostata per forza di cose come quella di martedì sera: il Cagliari potrà contare su 2 risultati su 3 ed il Parma sarà costretto a fare la gara, andando a prendere alti gli uomini di Ranieri, tentando in ogni modo di riconquistare il pallone nella metà campo avversaria così da avere superiorità numerica negli ultimi metri. Servirà un livello di attenzione massimo in quei frangenti: le ripartenze degli esterni rossoblù abbiamo visto quanto possono mettere in difficoltà i crociati, così come concedere loro di far transitare palloni all'interno della nostra area, con i rapaci sardi pronti a colpire. Nulla è impossibile ed il primo tempo di ieri ce lo ha dimostrato: con la giusta mentalità e la voglia di vincere davanti al pubblico del Tardini - per 90 minuti - anche gli errori di ieri potranno essere rimediati.

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