Djuric: "Il gruppo mi prende come esempio, sono leader insieme ad altri compagni. Cuesta? Ha fame e lavora tantissimo"

17.11.2025 17:57 di  Riccardo Civa   vedi letture
Djuric: "Il gruppo mi prende come esempio, sono leader insieme ad altri compagni. Cuesta? Ha fame e lavora tantissimo"
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L'attaccante del Parma Milan Djuric, è intervenuto a Radio Serie A per parlare della stagione del Parma e della sua carriera. Queste le dichiarazioni: "Il ritorno in Emilia era destino, sono partito col Cesena e son cresciuto come uomo lì. Poi ho girato e sono tornato a Parma, quindi c'è questo filo conduttore che mi lega alla regione".

Come è cambiata l'Italia e la Serie A?
"La Serie A è cambiata tanto, è molto più fisica rispetto a una volta. Magari ci sono meno giocate spettacolari ma c'è più fisicità, la tecnologia ha aiutato tanto a scegliere anche nuovi giocatori. Ci sono aspetti positivi e negativi, ma il livello è alto e continuerà a crescere negli anni".

Hai doti anche da leader, ti senti uomo spogliatoio a Parma?
"Mi fanno piacere queste parole, sono molto più grande dei miei compagni. Siamo giovani quindi mi sento responsabilizzato nei loro confronti, quindi cerco di comportarmi nel modo corretto sia in campo che fuori. Sono convinto che loro mi prendano come esempio, quindi mi sento questa responsabilità e cerco di aiutarli a crescere velocemente. Il calcio non ti aspetta, soprattutto perchè ogni punto è importante. Mi sento leader insieme ad altri compagni, quindi cerchiamo di aiutarci un pò tutti a raggiungere un obiettivo comune".

Che campionato farà il Parma?
"Ci sono ragazzi con tanto potenziale, è normale che quando cambi tanto ci vuole tempo. Anche il mister è giovane e viene da un altro campionato, quindi noi più grandi dobbiamo cercare di dare una mano a tutti e spingere tutti nella stessa direzione. Ci vuole tempo ma siamo sulla strada giusta, stiamo crescendo e lo abbiamo visto col Milan. Sicuramente ci saranno alti e bassi ma dovremo cercare di rimanere nella linea di mezzo e raggiungere il nostro obiettivo".

Il Parma è cambiato molto, trovi questa stabilità societaria a Parma?
"Non ci manca niente sotto tutti i punti di vista. Il Livello è alto, dal centro sportivo alle tecnologie che usa lo staff del mister. Siamo seguiti in tutti i minimi dettagli, sia nello spogliatoio sia in società l'obiettivo è quello di fare passi avanti e di stabilizzare il Parma in Serie A. La società è ambiziosa ma c'è un percorso da fare e noi siamo dentro a questo percorso".

Cosa non deve mancare per la salvezza?
"La forza del gruppo, perchè in campionati così difficili ci saranno sconfitte, bisogna rimanere uniti e compatti. Ci vuole stabilità emotiva e non farsi influenzare dal risultato, sia positivo sia negativo. Bisogna rimenare concentrati sapendo che ogni punto vale tantissimo. Siamo un gruppo con ragazzi che hanno fame e voglia di dimostrare, questo è un boost importante per noi e per la piazza. Questi sono i consigli che dò durante la settimana e le partite".

Partita da ex col Verona:
"Sì, a Verona ho conquistato una salvezza difficile e sofferta nel play out con lo Spezia. Sono stato un anno e mezzo e sono stato bene, sarà bello tornare al Bentegodi. Sarà difficile, loro hanno qualità e meritavano punti in più, ma noi daremo il massimo e saremo agguerriti. Sarà una bella partita e speriamo di spuntarla".

Mister Cuesta chi ti ricorda?
"Il mister è molto giovane e con tanta fame. E' preparato e lavora tantissimo, lo vediamo quando arriviamo alla mattina e lui è già lì da due ore al campo col suo staff. sicuramente ha tanta energia e positività. Anche lui sta facendo un percorso, è alla sua prima esperienza e ci dà delle indicazioni. Noi cerchiamo di dargli alcuni consigli su certe cose. è un lavoro di collaborazione continua. Mi ha colpito la sua cura dei dettagli insieme al suo staff, penso che con qualche risultato positivo in più si possa ampliare questa cosa".

L'accento romagnolo è rimasto:
"Sono nato in Bosnia ma abito a Pesaro da una vita e sono al confine con l'Emilia Romagna. Anche mia moglie è di Pesaro, quindi l'accento è rimasto".

Quanto dell'infanzia di Djuric c'è in campo?
"Ho realizzato il sogno che avevo da bambino, il sogno di tanti che sono arrivati e tanti che non sono arrivati. Ci penso quando guardo mio figlio che ha otto anni, lo vado a vedere al campo e vedo negli occhi suoi il sogno che ha. Io l'ho realizzato e sto continuando a realizzarlo, quella è la mia benzina per cercare di fare passi avanti ogni giorno nonostante abbia 35 anni".

Sei appassionato di pesca, quanto può aiutarti questo in campo a livello di focus?
"Ultimamente non ho tempo seguendo i bambini. Anni fa andavo spesso, mi faceva rilassare e staccare un pò la testa. Ogni tanto dopo gli allenamenti ne hai bisogno, la mia testa è abituata ogni tanto a staccare quindi mi fa comodo. Penso che tutti ogni tanto hanno bisogno di staccare la spina".

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