Tre indizi suonano come una conferma: il Parma vince un altro scontro diretto e torna a respirare

Il Parma torna a respirare, e lo fa nel modo più significativo possibile: vincendo uno scontro diretto e ritrovando il sorriso davanti al proprio pubblico. L’1-0 rifilato alla Fiorentina al Tardini non è soltanto una vittoria di misura, ma un segnale chiaro che va oltre il risultato secco. Perché quando i successi contro le dirette concorrenti iniziano a ripetersi, smettono di essere casuali e diventano indizi concreti di crescita.

Tre mesi dopo l’ultima gioia interna, quel 2-1 al Torino che sembrava appartenere a un’altra stagione, il Parma interrompe il digiuno casalingo nel momento più delicato. E lo fa dando continuità a un trend che nelle ultime cinque giornate racconta di tre vittorie pesanti contro avversari che condividono lo stesso obiettivo: Verona, Pisa e ora Fiorentina. Tre indizi, appunto, che iniziano ad assumere il valore di una conferma. Questa squadra, quando conta davvero, sa rispondere. Il successo contro i Viola arriva dopo la frenata interna con la Lazio, una sconfitta che aveva riaperto qualche crepa e rimesso pressione alla classifica. Proprio per questo il valore della vittoria è doppio: ridà ossigeno alla graduatoria e soprattutto al morale, elemento spesso sottovalutato ma decisivo in un campionato lungo e logorante come la Serie A. Restare sopra la linea rossa non è solo una questione matematica, ma mentale. Significa giocare con meno paura, con più lucidità.

C’è poi il volto simbolo di questa serata: Sorensen. La sua prima rete in Serie A e con la maglia del Parma pesa come un macigno positivo. Non solo per i tre punti, ma per la fiducia che può innescare in un giocatore che fin qui aveva lavorato nell’ombra. Gol che arrivano così, sporchi ma decisivi, spesso raccontano molto più di una semplice statistica. Ora, però, arriva il passaggio più complicato: la continuità. Il Parma ha dimostrato di saper colpire nei momenti chiave, ma il vero salto di qualità passa dalla capacità di dare seguito a queste prestazioni. Perché respirare è importante, ma per mettersi davvero al sicuro serve continuare a correre. E farlo con questa consapevolezza può fare tutta la differenza del mondo.

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