I tentennamenti di Pecchia non lasciano dormire sonni tranquilli. Vazquez saluta: come sarà il Parma senza di lui?

Parlare di un Parma che si appresta a vivere la sua terza stagione consecutiva in Serie B è un qualcosa che negli ultimi trentatré anni sembrava impossibile da vivere. Eppure, eccoci qui: con una rosa che anno dopo anno si vede deprezzata, e una caccia alla promozione in Serie A che continua a essere infruttuosa, il Parma sta vivendo forse il periodo più buio dei suoi ultimi trent'anni, almeno in termini di risultati. Persino più buio del fallimento con annessa ripartenza dalla Serie D: almeno, in quell'occasione, la società crociata seppe ricreare un entusiasmo che fece da traino per la storica risalita in massima serie, dopo tre promozioni consecutive. Oggi invece gli emiliani sono impantanati in Serie B, e i primissimi segnali che arrivano in questo giugno non sono poi così positivi.
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Già la nomina dell'ennesimo dirigente dal curriculum importante e internazionale, ma inesperto della Serie B, può far storcere il naso a più d'uno. Quello che però in questo momento preoccupa e non lascia dormire sonni tranquilli in casa Parma è la vicenda relativa a Fabio Pecchia. E pensare che, a caldo dopo l'eliminazione in semifinale playoff con il Cagliari, il tecnico nativo di Formia era sembrato sicuro della conferma sulla panchina parmigiana. Qualcosa, però, sembra essere cambiato. Il rinnovo per l'ex allenatore della Cremonese non è ancora arrivato, e l'impressione è che Pecchia speri in qualche arrivo di categoria (sottolineo di categoria, quindi giocatori esperti di Serie B e possibilmente italiani) per puntellare la rosa. Il che, però, potrebbe non coincidere con le intenzioni societarie: se, come sembra, il parco giocatori rischia di cambiare considerevolmente, per poi trovarsi con una nuova infornata di giovani da valorizzare, il lavoro di quest'anno ne uscirebbe ridimensionato. E allora avrebbe senso che Pecchia si possa guardare attorno.
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Intendiamoci: nessuno piange per Pecchia. Bravo professionista, buon allenatore, ma si sa, i tecnici vanno e vengono, e ciò è nella natura delle cose. Un eventuale addio dell'allenatore rappresenterebbe però un problema non da poco, perché significherebbe che il lavoro svolto quest'anno, con la costruzione di un gruppo che finalmente iniziava a diventare squadra coesa, verrebbe minimizzato e si dovrebbe ripartire. Il che sarebbe anche un peccato, considerando come la proprietà aveva difeso l'allenatore anche quando le cose non andavano benissimo e la tanto agognata continuità sembrava un lontano miraggio. Insomma: è più il concetto, il come si è arrivati a questa situazione che stride molto. Poi è ancora tutto possibile: i margini per ricucire ci sono, e magari queste piccole incomprensioni potrebbero essere lasciate alle spalle tra pochi giorni. Anche se sinceramente non ci metterei la mano sul fuoco.
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L'altro problema non riguarda solo l'allenatore, ma le possibili cessioni, con diversi giocatori in bilico: Buffon potrebbe lasciare il campo, Bernabé, Sohm e Mihaila potrebbero attirare diversi acquirenti con la vetrina dell'Europeo Under 21 (e almeno Bernabé potrebbe andare via a prescindere dalla competizione, ndr), Man può avere richieste. Soprattutto, la giornata di oggi di fatto certifica l'addio al Parma di Franco Vazquez, per il quale in realtà l'impressione era da subito che la sua avventura in crociato fosse finita con l'eliminazione in semifinale playoff. L'agente del fantasista italo-argentino di fatto chiude alla possibilità di un rinnovo in extremis, parlando chiaramente di "mancato lieto fine" dell'esperienza di Vazquez in Emilia. Un vero peccato, ma anche un'assenza che lascerà un vuoto importante, perché il Parma dovrà studiare un nuovo sistema tattico per essere produttivo in zona offensiva. In tal senso sarà interessante anche vedere chi sarà l'allenatore, vista la non scontata conferma di Pecchia. E allora, con un Vazquez in meno, le parole dell'ex difensore del Parma Fabiano Santacroce pronunciate oggi in un'intervista potrebbero diventare quanto mai attuali: ovvero, che per vincere la Serie B serve una punta da venti gol...
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