Suzuki: “Il gruppo qui è come una famiglia, a Parma sto bene. Sogno di diventare il più forte del mondo”

Il portiere del Parma, Zion Suzuki, è intervenuto in una lunga intervista alla Gazzetta di Parma. L’estremo difensore nipponico ha esordito parlando del calciomercato: “So che c’erano molte voci su di me, ma sono totalmente focalizzato sul Parma e mi sto preparando per iniziare bene la stagione".
È vero che in passato disse no a Manchester United e Chelsea?
“Il Parma mi ha fatto un’offerta fantastica quindi ho pensato subito di accettare e di venire in questo club. L’anno scorso c’è stata l’opportunità di crescere, sono davvero soddisfatto della mia scelta”.
Cosa rappresenta la possibilità di giocare i Mondiali?
“Significa molto. È un grande onore perché fin da bambino ho sempre sognato di giocarli. Ma prima di tutto, è importante fare bene a Parma”.
Come giudica la sua prima stagione in Italia?
“Alla fine abbiamo raggiunto il nostro obbiettivo, che era quello di restare in Serie A, sono cresciuto molto ed è stata una buona stagione”.
Cosa le ha insegnato lo scorso anno?
“Mi ha insegnato l’importanza della preparazione perché solo se ti alleni bene e in un certo modo puoi fare buone prestazioni”.
Quanto è cresciuto lavorando insieme a Pavarini?
“E’ un ottimo allenatore, sono migliorato tanto, specialmente dal punto di vista tecnico e della posizione. Ho imparato molto di lui”.
Quali sono gli obbiettivi personali e di squadra?
“Prima di tutto voglio ridurre il numero di gol subiti, perché nella passata stagione ne abbiamo incassati molti. Il primo obbiettivo personale è quello, poi come squadra vogliamo alzare l’asticella e non lottare solo per la salvezza”.
Cosa pensa del nuovo mister Cuesta?
“E’ un allenatore davvero appassionato, è chiaro in quello che dice. Ho avuto impressioni positive su di lui”.
Quando e come è nata la passione per il calcio e il ruolo del portiere?
“Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo cinque anni grazie a mio fratello maggiore. Poi, non so perché, mi piaceva indossare i guanti e fermare la palla. Da lì è cominciata la mia carriera in porta”.
Come vive la condizione di essere un cittadino del mondo?
“Sono nato a Newark, ma subito dopo mi sono trasferito in Giappone quindi non ricordo nulla della mia vita negli Stati Uniti. Mi considero giapponese al 100%”.
Cosa prova a difendere la porta che fu di Gigi Buffon?
“E’ davvero un grande onore, ma allo stesso tempo sento il peso della responsabilità perché è stata una leggenda. E io vorrei essere come lui”.
Chi è oggi il suo modello?
“Apprezzo Ederson, è molto bravo nei passaggi e nella distribuzione del gioco. Ha un’ottima visione, è bravo nelle uscite alte e sa fare assist con i piedi”.
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