Cuesta a Sky: “Penso solo a fare l’allenatore. La crescita è una necessità”

24.07.2025 08:00 di  Bartolomeo Bassi   vedi letture
Cuesta a Sky: “Penso solo a fare l’allenatore. La crescita è una necessità”
© foto di Civa/ParmaLive.com

Intervenuto in una lunga intervista su Sky Sport, il nuovo allenatore del Parma Carlos Cuesta ha parlato a lungo di sé, del suo passato all’Arsenal e del futuro al Parma. Il maiorchino ha iniziato presentandosi e delle idee fondamentali.

In questi mesi la conosceremo in campo, ma fuori? Che tipo di persona è Carlos Cuesta nel quotidiano?
"Io direi che sono ‘umano’. Essere ‘umano’ significa che sicuramente avrò dei difetti, dei pregi, farò degli errori, ma cercherò di prepararmi al meglio possibile. La mia mentalità mi porterà a provare a esprimere al massimo l’opportunità che ho davanti a me. Cercherò di essere autentico, sempre me stesso, preparando i ragazzi nel migliore modo possibile e provando a sfruttare quello che abbiamo per avere prestazioni di alto livello. E ovviamente i risultati. Sai, servono anche quelli (ride, ndr)". 

Parla sempre di crescita, di percorso: ma è una sua prerogativa, o qualcuno le ha spiegato l’importanza di tutto questo?
"L’ho sempre avuta dall’inizio del mio percorso. L’ho sempre sentita come una necessità: devi crescere per arrivare a certi livelli. La vita è in costante evoluzione: quello che facevi 10 anni fa, oggi magari non ti serve più. Si possono fare tanti esempi di giocatori, atleti, allenatori che hanno avuto un percorso di crescita e sono partiti da un ambiente che non li aveva valorizzati al meglio. Penso a Michael Jordan: nelle high school non era il più importante, ma poi con un percorso preciso, una mentalità chiara, una linea guida è cresciuto. Così anche Kobe Bryant. Se hai degli obiettivi, devi pagare il prezzo: quel prezzo è la preparazione. E io amo prepararmi".

Fra una settimana compirà 30 anni. Come si immaginava di essere a questa età?
"Io mi sono sempre focalizzato sul presente, a esprimere il meglio possibile, a imparare il massimo. Il mio discorso è stato sempre lo stesso. Io fra dieci anni? Dico la verità: non ho nemmeno il tempo di pensarci! Ora penso solo a fare l’allenatore".

Un regalo per lei?
"La salute, che stiano bene la mia famiglia e i miei amici. Così come i giocatori, che siano felici. Secondo me siamo dei privilegiati: facciamo quello che amiamo, ma questo lavoro arriva anche con una responsabilità. Quello che voglio è prendere questa responsabilità e portarla avanti nel modo più professionale possibile".

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