Tanti infortuni nel calcio, il preparatore Sassi spiega: "Tanti fattori incidenti, ma i medici non hanno colpe"

09.05.2022 19:45 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
Tanti infortuni nel calcio, il preparatore Sassi spiega: "Tanti fattori incidenti, ma i medici non hanno colpe"
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Anche in questa stagione il livello di infortuni in tantissimi club europei è cresciuto. Un argomento che in casa Parma è - purtroppo - all'ordine del giorno, con diversi stop arrivati anche in questa annata conclusasi venerdì scorso e che per larghi tratti ha impedito a mister Maresca e mister Iachini di poter contare sulla rosa al completo. Del tema infortuni, su Tuttosport, ha parlato il famoso preparatore atletico Roberto Sassi, con un lungo passato tra Juventus, Valencia, Chelsea, Atletico Madrid, provando a dare una risposta sul perché sempre più giocatori sono costretti a stop per guai fisici: "Negli ultimi anni, da dati UEFA, è emerso che negli ultimi 15 anni, nei club che competono su tre fronti, si è verificata una crescita intorno al 4% degli infortuni, prevalentemente ai muscoli posteriori della coscia. Questi ultimi rappresentano il 70-80% dei ko muscolari e molto spesso avvengono nelle fasi di gioco ad alta velocità". 

Ma di chi è la responsabilità?
"Per quella che è la mia esperienza, in fase di infortunio i medici non hanno alcuna colpa perché non vengono quasi mai coinvolti nella programmazione degli allenamenti. Eventualmente lo staff medico può avere responsabilità sulle ricadute. Però la verità è che la pressione per far rientrare un giocatore in anticipo è di tutti e in tutte le categorie: allenatore, dirigenti e anche gli stessi ragazzi ci tengono a tornare in campo nel minor tempo possibile". 

Il lavoro dei preparatori.
"Il preparatore, attraverso l’analisi dei dati quotidiani dell’allenamento, può notare dei campanelli d’allarme, come l’affaticamento di un giocatore. Però ci sono tanti fattori che incidono, a partire dall’età. E alcuni studi hanno evidenziato che la metodologia di uno staff potrebbe influenzare gli infortuni. Ma come ripeteva sempre Conte: conta la classifica dei risultati, non quella degli infortuni".