Tardini terra di conquista: troppo poco Parma anche solo per sognare. E senza l’attaccante…

02.03.2023 00:00 di  Rocco Azzali   vedi letture
Tardini terra di conquista: troppo poco Parma anche solo per sognare. E senza l’attaccante…

Si ritorna sulle montagne russe. Anzi, a dirla tutta, non siamo mai scesi da questa giostra che alla lunga non diverte affatto. Il Parma non mette in fila due vittorie consecutive da ben 20 turni di campionato, quando nel girone d’andata sconfisse prima Ascoli e poi Frosinone. È pazzesco e ormai al limite del credibile, anche se in realtà è da tempo diventata consuetudine questa totale mancanza di continuità tra risultati e prestazioni da parte di una squadra che ha invece più volte dimostrato quanto può valere. Senza andare troppo lontani coi ricordi, il pirotecnico 3-4 dello Stirpe testimonia quanto sopra, ma soltanto 5 giorni più tardi ci ritroviamo a commentare l’ennesima sconfitta casalinga.

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Contro i toscani è arrivato il 6º ko su 14 partite disputate al Tardini. Numeri da brividi, se vogliamo, per una squadra che avrebbe dovuto fare delle proprie mura amiche un fattore in questo campionato. Uno stadio, il nostro, che dovrebbe incutere timore agli avversari in trasferta qui, dove si respirano storicità e successi europei di un club che ha visto passare negli anni campioni di fama mondiale. Invece, pare ormai che gli altri arrivino a Parma con la consapevolezza che tutti possono strappare dei punti su questo campo. Ternana, Modena, Benevento, SPAL, Ascoli e Pisa finora hanno fatto bottino pieno all’Ennio, ed in assoluto in questa stagione parliamo della 10ª sconfitta in 27 gare. Tante sfide perse quante quelle vinte: troppo, davvero troppo. O troppo poco, a seconda di cosa si vuole alludere.

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Analizzando il ko contro i nerazzurri, è stato, per certi versi, differente rispetto i precedenti. Nell'arco della stagione, infatti, spesse volte i crociati non erano nemmeno scesi in campo in alcune partite, mentre in altri casi la squadra aveva tentato dei veri e propri assedi nella trequarti avversaria, ma ci si era imbattuti in quelle giornate-no nelle quali la palla proprio non ne vuole sapere di entrare. Martedì, invece, il Parma ha mostrato compattezza e concentrazione, come collettivo, senza però mai davvero riuscir ad impensierire il brasiliano Nicolas, impegnato quasi unicamente nelle uscite alte sui palloni crossati al centro per un centravanti che non c’era…

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Ecco, a proposito del centravanti che non c'era, proprio qui volevo arrivare. La soluzione di Vazquez come falso nove ha dato i frutti sperati soltanto in quelle gare dove la squadra era chiamata a giocare di rimessa, ossia in ambienti caldi come le trasferte di Brescia e Frosinone. Con il Pisa al Tardini, dopo il successo dello Stirpe, era lecito attendersi che il Parma avrebbe osato qualcosa in più. Dopo un primo tempo in cui si era creato poco, c'era la necessità di inserire un punto di riferimento là davanti, invece Charpentier è stato buttato dentro soltanto a 5' dal termine come mossa dell'arrembaggio finale. Certo, affidarsi all'Inglese visto di recente sarebbe stato come un "accanimento terapeutico" nei confronti di un giocatore oggettivamente giù di corda, ma perché Pecchia non si è giocato la carta dell'attaccante franco-congolese per tentare di vincere la partita quando ancora il punteggio era in equilibrio?! Evidentemente l'ex Genoa non ha ancora appreso appieno i dettami del mister, perciò sorge spontanea un'ulteriore domanda: se la situazione è questa, a gennaio non sarebbe stato utile intervenire sul mercato? Senza un vero centravanti diventa difficile sperare di trovare la via del gol, ed anche il solo sognare è sempre più complicato. 

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