Il nodo punta non è semplice da sciogliere. Ma ci sono timidi segnali per sperare in un'annata diversa dalle ultime due

08.07.2022 00:00 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Il nodo punta non è semplice da sciogliere. Ma ci sono timidi segnali per sperare in un'annata diversa dalle ultime due

Siamo in pieno luglio, e il re di questo periodo non può che essere il calciomercato. Come tutte le squadre, il Parma è impegnatissimo, anche se ultimamente la squadra crociata pare essersi un po' fermata in entrata, dopo gli annunci di Buayi-Kiala, Romagnoli ed Estevez, oltre ai riscatti di Cobbaut e Delprato. Certo, gli emiliani restano attivissimi sul mercato in uscita, sia in prima squadra sia per quanto riguarda i giovani (che Alessandro Lucarelli sta piazzando con una certa velocità), ma c'è da migliorare ancora se il Parma vorrà essere protagonista nella prossima stagione. Il dodicesimo posto della scorsa annata, infatti, parla chiaro riguardo il gap da colmare, anche se, come vedremo, non è dipeso solo dalla qualità della rosa. C'è dunque ancora diverso lavoro da fare per rinforzare la squadra, ma a tenere banco è soprattutto il discorso relativo alla punta centrale. Un nodo non semplice da sciogliere, visto che i nomi che sono stati fatti nella primissima parte di mercato (Coda, Lapadula, Forte) o si sono accasati o sembrano essere difficilmente raggiungibili. Solo in questi ultimissimi giorni altri nomi sono stati accostati al Parma (come Gytkjaer e soprattutto Puscas), ma l'impressione è che non siamo ancora vicini a scoprire chi sarà la nuova punta titolare dei crociati. Fermo restando che ci sono ancora Benedyczak, Inglese e lo stesso Tutino: insomma, lavori in corso, con la sensazione però che le sorprese non siano certo finite qui.

Dicevo che il gap dello scorso anno non è dovuto solamente alla qualità della rosa. Quel che a mio avviso (e non solo mio) è mancato lo scorso anno è una certa unità d'intenti: soprattutto con Maresca, l'impressione era che il Parma fosse più un insieme di solisti che una vera e propria squadra. Puntando da subito su un allenatore come Pecchia, che la categoria la conosce piuttosto bene, i crociati sono andati su una situazione diversa, scegliendo una guida che possa dare delle certezze in più. Inoltre la società è sembrata volenterosa di ricucire il pubblico col pubblico rispetto alla passata stagione, dove alcuni scivoloni evitabilissimi (come la prima campagna abbonamenti, accompagnata da alcune dichiarazioni di Kalma quantomeno rivedibili) hanno fatto sì che si scalasse un solco con la tifoseria. Ci sarà ancora da fare per ricucire lo strappo, ma l'impressione è che si sia partiti con il piede giusto con alcune belle iniziative. Infine, anche i giocatori sembrano far parte di un gruppo più coeso, impressione che non può far altro che dare qualcosa in più in termini di quella "unità d'intenti" che lo scorso anno è parsa mancare. E non dimentichiamoci del fatto che nella scorsa stagione c'erano molti esordienti: con un anno di esperienza in più nella categoria potranno dare qualcosa in più.