Ci avete rotto il ca...lcio
E adesso basta, non ne possiamo davvero più. Non ne possiamo più di questa classe arbitrale scarsa, che incide e condiziona praticamente ogni partita di un campionato, che prima dello stop, era bellissimo, avvincente, lottato ma comunque indirizzato dall’inadeguatezza di certi fischietti nostrani. Ed è giusto fare i nomi, perché non se ne può più veramente: i vari Valeri, Di Bello, Pairetto, Fabbri, tutti arbitri con decine di presenze nel nostro campionato e che veramente ci fanno chiedere come si facciano le selezioni a Coverciano. Davvero non ci sono arbitri in Italia, nelle categorie inferiori, migliori di questi?
Ora basta, anche la barzelletta (perché barzelletta è) della classe arbitrale migliore al mondo. Ma dove? Ma su quale pianeta? Mercoledì siamo stati spettatori di una delle decisioni più imbarazzanti da tempo immemore, era dai tempi di Calciopoli che non vedevo una cosa simile. Se l’arbitro Fabbri, richiamato dal VAR, non riesce a fischiare un fallo di mano clamoroso come quello di Mancini, cosa dobbiamo dire? Seriamente, come si fa ad andare avanti così? Badate bene, il Parma ha meritato di perdere contro la Roma, così come ha fatto troppo poco per ribaltare la gara contro la Fiorentina, quindi non mi sto appigliando agli arbitri. Però anche basta.
Non è un caso che questa sia la stagione con più rigori fischiati di sempre. Chi vi scrive non si vergogna ad ammettere che dei più di centocinquanta rigori fischiati, probabilmente ne avrebbe concessi la metà: basta con quei tocchetti di mano insulsi, basta con quei mini-contattini che non possono essere rivisti, basta veramente. Sempre chi vi scrive era un fedele scudiero del VAR: un’innovazione necessaria, utile, che avrebbe dovuto placare le polemiche. E invece no. E perché? Perché il VAR è ostaggio di un protocollo imbarazzante e di una permalosità altrettanto imbarazzante della classe arbitrale. Sì, perché a questo punto di questo si tratta. Gli arbitri sono permalosi, non vogliono essere corretti e vedono il VAR come uno strumento che a lungo termine potrà sostituirli. Peccato, perché il VAR avrebbe davvero potuto rivoluzionare questo calcio, renderlo più vero. E invece è diventato una barzelletta, inutilizzabile, complesso e discusso. A questo punto che lo si usi solo sulle azioni giudicabili in maniera oggettiva, come i fuorigiochi. E basta. Perché non se ne può più.
Il lato positivo di questo calcio a porte chiuse è l’udire i dialoghi in campo. E dal dialogo avuto a Roma tra Fabbri e il VAR abbiamo ottenuto tutte le risposte che cercavamo. “No, no, per me non lo è” - dice Fabbri dopo aver rivisto quindici-venti volte quello che ogni essere umano avrebbe fischiato calcio di rigore. Le cose sono due: o Fabbri è davvero scarsissimo o è in malafede. E sempre chi vi scrive sarebbe più sollevato nel sapere che Fabbri fosse in malafede. Ma questi discorsi da bar non sono nemmeno ipotizzabili: la malafede nella classe arbitrale non esiste, dobbiamo solamente fare i conti con l’inadeguatezza di certi arbitri. E all’orizzonte si continuano a vedere nubi, con l’IFAB che non interverrà a breve termine sul protocollo, con un ricambio generazionale che fa rabbrividire, con un calcio sempre più ostaggio del bambino scarso che porta il pallone al campetto, e quando se ne va se lo porta via. E la passione, episodio dopo episodio, scema sempre più. Perché ci avete rotto il ca...lcio.