Chivu diceva di non vedersi in altri posti, ma la chiamata dell'Inter è stata troppo forte. Ora il Parma sfoglia la margherita: De Rossi intriga, ma occhio alle sorprese

"La fiducia della società l'ho sentita dal primo giorno, arrivavo da una Primavera che non era della stessa squadra che poi sono venuto ad allenare, è una cosa unica. Vorrei ringraziarli per questo. Allo stesso modo, io e il mio staff abbiamo avuto forte senso di responsabilità, abbiamo accettato una sfida importante ma avevamo fiducia nel gruppo. Avremo tempo di capire quello che sarà il futuro, non mi vedo però in altri posti, sono riconoscente della fiducia che mi è stata data. Sono cose importanti nella vita dal punto di vista umano, non potrei dimenticarlo mai. A parole è facile, ma chi mi conosce sa che sono felice qua".
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Parlava così, solo pochi giorni fa, Cristian Chivu, tecnico del Parma - anche se ancora per poche ore. Già, perché in giornata i crociati sono stati investiti da un vero e proprio terremoto che forse non molti si aspettavano, con l'Inter che ha chiamato l'allenatore rumeno a raccogliere l'eredità di Simone Inzaghi, che ha lasciato i nerazzurri per andare in Arabia Saudita, all'Al-Hilal. Non è ancora ufficiale, ma lo sarà probabilmente domani: oggi c'è stato prima un incontro tra l'agente di Chivu (il diretto interessato era assente, ndr) con Cherubini, un summit interlocutorio. Successivamente, l'Inter ha trovato l'accordo con l'entourage dell'allenatore, che firmerà un biennale con i nerazzurri. Finirà quindi dopo appena tredici partite e una salvezza sofferta l'esperienza di Chivu a Parma, e questa fine prematura dell'avventura non toglie il valore dell'impresa del tecnico, ma - certamente - lascia un po' d'amaro in bocca ai tifosi dopo il virgolettato che ho utilizzato per aprire l'editoriale. Certo, l'Inter è l'Inter e Chivu è un cuore nerazzurro, ma come diceva Nanni Moretti le parole sono importanti. A maggior ragione, se dopo il "no" di Fabregas l'Inter ha incassato anche il "no" di Vieira perché in parola con il Genoa, allora l'amarezza dei tifosi è giustificata. In ogni caso, in bocca al lupo a mister Chivu, che eredita una squadra importante ma anche una situazione complicata dopo l'addio di Inzaghi e la fine di un ciclo.
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In tutto ciò, il Parma non può far altro che andare avanti. Comincia quindi a circolare il toto allenatori in casa crociata, che ha già visto susseguirsi diversi nomi, perlopiù di tecnici giovani e rampanti. Tra gli ex Alberto Gilardino, Paolo Vanoli e Fabio Cannavaro, passando per un altro nome come quello di Andrea Pirlo, ora come ora il favorito sembrerebbe essere Daniele De Rossi, il cui temperamento è rimasto lo stesso di quando giocava con la Roma. Raccogliere il Parma adesso è una sfida, senz'altro, ma c'è tutto il tempo per imbastire il mercato seguendo le direttive dell'allenatore che verrà. Che sia De Rossi o chiunque altro. In ogni caso, non c'è ancora niente da dare per scontato per quel che sarà il nuovo condottiero crociato: i prossimi giorni - se non le prossime ore - ci sapranno dire sicuramente di più...