Bernabè sul suo ruolo: "In carriera ho fatto anche il terzino, ma a me piace giocare in mezzo"
Intervenuto alla rubrica "Storie di Serie A", Adrian Bernabè, calciatore del Parma, ha parlato del suo ruolo in campo e di come lui in carriera si sia spesso adattato, rendendolo oggi un giocatore più completo. Inoltre, il fantasista spagnolo ha commentato anche il suo bellissimo gol al Milan. Ecco di seguito le sue dichiarazioni:
Dove ti piace giocare di più. Qual è il ruolo dove senti di poter rendere di più?
“È una domanda un po' complessa, perché al di là che sì, che sempre sono a disposizione e tutto, mi sento uno che può giocare ovunque. Ho fatto tanti ruoli, ho fatto il terzino sinistro, ho fatto il terzino destro praticamente, ho fatto il regista, ho fatto il trequartista, ho fatto l'esterno alto. Quindi mi sento uno che può fare bene in tutte posizioni e può aiutare in tanti modi. E mi sento fortunato perché è una cosa positiva, perché più ruoli puoi giocare, più è facile che l'allenatore ti scelga. Poi ovviamente a me piace giocare centrocampo. In un centrocampo a due, dove io mi trovo meglio. Però poi sono le partite in cui forse mi trovo meglio a destra, forse mi trovo meglio a trequarti, forse mi trovo meglio a regista. Dipende un po' anche dall'avversario. Però sì, sicuramente a centrocampo è la mia posizione ideale.”
Non ti senti di dover incidere un po' di più dal punto di vista realizzativo come quell'anno che in Serie B segnassi tantissimi gol? E quindi di alzare un po' la tua posizione?
“Sì, c'è una cosa che la gente non sa. Io quando ho fatto nove gol a Serie B, io con Pecchia giocavo praticamente regista. Ho fatto il trequarti, cinque partite, non di più. Secondo me incidere così in avanti si può fare anche giocando come regista o come mediano. Poi dipende quanto tempo attacchi la porta avversaria, la tua squadra. Ovviamente quando gioco più avanti ho più facilità per cercare quelle giocate lì, però a me piace toccare il pallone. Quindi quando giochi sulla trequarti a volte ci sono partite in cui praticamente non riesci a toccare tanto il pallone. Meno spensierato sei, meno paura hai. Ovviamente poi le cose possono andare bene, possono andare male, però la probabilità che faccia le cose meglio è più alta perché quando c'hai troppi pensieri al solito le cose non vanno come uno vorrebbe.”
Mi racconti il gol al Milan?
“Il primo controllo è giusto, perché me la metto in avanti, me la sposto. Poi ovviamente calcio lungo lì. Ovviamente è un gol bello, però è un gol che alleno tanto durante gli allenamenti, non è un gol a caso. Ci sono tante ore di ripetizione in allenamento cercando quella cosa lì. Alla fine il lavoro paga, diciamo così noi al Parma.”
LEGGI QUI: Hellas Verona-Parma, al Bentegodi emissari della Juventus per osservare Giovane e Bernabè


