Bernabè: "A Manchester ho imparato tanto da Guardiola. Ho scelto Parma grazie a Maresca"
Adrian Bernabè, centrocampista del Parma, ha rilasciato una lunga intervista al canale ufficiale Youtube della Serie A. Tra i diversi temi, il classe 2001 ha parlato degli inizi della sua carriera, dall'arrivo alla Masia passando al periodo al Manchester City sotto la guida di Pep Guardiola e Enzo Maresca, fino all'arrivo in Emilia. Ecco di seguito le sue parole:
Che cosa hai imparato alla Masia? Cosa ti ha dato?
"Mi ha dato tanto, al di là di tanti amici e tante cose. Lì c'è una cultura che la conosce tutto il mondo. I valori delle persone sono super importanti. Mettono prima i valori delle persone che i valori del calciatore. Poi ovviamente a livello calcistico impari tanto perché giochi con ragazzi che sono forti per quell'età lì. E poi cresci, ma cresci tanto anche a livello personale."
Come è stato lasciare la tua famiglia e anche la tua cultura di fatto, perché ti approccia qualcosa di completamente diverso?
"Sì, è una scelta importante, è una scelta che ha stato difficile, più per la mia famiglia che per me, perché io ero 100% convinto della scelta. Ovviamente i miei genitori non volevano mandarmi via così presto, però nell'essere io convinto al 100% gli ho dato serenità pure a loro. Poi ovviamente è stato difficile i primi mesi perché io ero abituato ad essere a casa con loro e avevo 16 anni, quindi all'inizio è stato un po' difficile, però poi ad oggi che c'è la fortuna di fare FaceTime, che possono venire tante volte come vogliono, è stato più facile diciamo così."
Cosa ti hanno detto in quel periodo i tuoi genitori? Ok, vai, però ricordati di tornare a casa?
"Sì, mi dicevano, sei sicuro? Tante volte, tante volte. Più volte che le dicevano, più sicuro ero. Avevo chiara la mia strada, ero convinto al 100% della scelta, quindi quando sei convinto al 100% di una scelta non la sbagli mai."
Hai trovato tante differenze a livello di strutture e allenamenti, a livello di quelle culturali, tra la casa Barcellona e l'Inghilterra al City?
"A livello calcistico non tante, perché alla fine lì, la cultura era un po' quella che avevano portato Guardiola dal Barcellona, quindi era un po' simile tutto. Ovviamente c'è un paese completamente diverso, come hai detto te, le culture, poi i ragazzi inglesi sono diversi dai ragazzi spagnoli, quindi si mischia un po' di tutto, però io mi sono trovato benissimo in quei tre anni lì."
Che rapporto hai con Guardiola? Insomma, da catalano, immagino che tu sia cresciuto con lui, puoi ritrovartelo allenatore?
"Sì, è stato un momento importante nella mia carriera, diciamo così, perché al di là di che era spagnolo e catalano, ho imparato tanto da lui, cercavo di essere sempre focalizzato, quando mi allenavo con lui, a sentire tutto quello che diceva, non solo a me, anche agli altri, per cercare di imparare al massimo possibile e prendere tutti questi concetti, che poi cerco di farlo in campo."
C'è un insegnamento che ti ha dato questo allenatore?
"Con questi allenatori impari ogni giorno, ogni giorno c'è qualcosa da imparare, sicuramente la cosa che ho imparato con lui di più è stato sicuramente il body language, come metti il corpo in campo nel momento di ricevere il pallone, di muoverti prima di ricevere il pallone, è una cosa fondamentale perché ti può far guadagnare secondi con la palla e può aiutarti ad avere una linea di passaggio in più, e per lui quello era molto importante e io cercavo di migliorarlo, tanto in campo come ad oggi cerco ancora di migliorarlo, perché secondo me è una cosa fondamentale."
Ti sei mai sentito solo in quel periodo lì, in Inghilterra, e hai avuto dei dubbi magari su quella che è stata la tua scelta?
"No, no, perché poi ho avuto la fortuna lì di avere tanti compagni spagnoli, però sicuramente è stato difficile l'ultimo anno a Manchester, perché era l'epoca del Covid. Non potevamo uscire da casa, e lì sì che mi trovavo un po'... Io abitavo con Eric (Garcia), che era mio amico, però avevo la famiglia lontano, ero preoccupato un po' per quello che accadeva lì in Spagna, non potevo uscire, loro non potevano venire da me, sono stato praticamente nove mesi tutta la stagione senza vederli, e lì è stato un po' il periodo più difficile, però è stato l'ultimo anno per quel motivo lì."
E perché hai scelto Parma dopo?
"La scelta è stata facile, ho scelto Parma per Maresca, esclusivamente per lui, perché lui è stato il mio allenatore l'ultimo anno a Manchester, e mi sono trovato molto bene con lui, lui era molto contento con me, abbiamo fatto un anno incredibile, ho imparato tanto con lui, e lui ha avuto la fortuna di essere scelto per il Parma, per fare la prima esperienza come primo allenatore, e mi ha detto subito se volevo andare con lui, e per me era il momento giusto per fare già lo step di andare a giocare a livello professionista, in una squadra, e non ho avuto nessun dubbio in andare con lui."
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