Bernabè: "Nell'ultimo mese abbiamo trovato la strada giusta. Parma è come una seconda casa"
Adrian Bernabè, centrocampista spagnolo del Parma, ha parlato al canale ufficiale Youtube della Serie A, nella rubrica "Storie di Serie A". Tra i diversi temi affrontati, il classe 2001 ha descritto anche il rapporto che ha con la città e tutto l'ambiente parmigiano, commentando inoltre l'inizio di stagione e l'arrivo del suo connazionale in panchina, Carlos Cuesta. Queste le sue parole:
Adrian come sta andando la stagione? Come stai?
"Sto bene. L'inizio stagione è stato un po' complicato. Ci sono stati tanti cambiamenti rispetto all'anno scorso. Sono andati via tanti giocatori che erano con noi da tanti anni. Ne sono arrivati tanti di campionati diversi che devono imparare la lingua, la cultura. Adesso abbiamo trovato una stabilità. Abbiamo trovato la strada giusta. L'ultimo mese l'abbiamo fatto molto bene. Dobbiamo continuare su quella strada."
Sono tanti anni ormai che sei qua, passano tanti ragazzi da altri campionati. Tu sai cosa vuol dire arrivare in un campionato nuovo. Quindi hai un senso di responsabilità in più?
"Sì, per quello dico che bisogna rispettare i tempi, perché anche io quando sono arrivato ero un po' confuso, perché non sai bene dove arrivi, com’è la cultura, com’è la gente, com’è tutto. E bisogna dare un po' di tempo a quelli che arrivano nuovi a inserirsi e a capire un po' tutto. Ovviamente quelli che sono qua da tempo già, che capiamo l’idioma ecc., cerchiamo di aiutarli ogni giorno, però ovviamente a volte uno ci mette un mese, a volte ci mette sei mesi. Ognuno ha i suoi tempi e bisogna aspettarli, bisogna aiutarli a rendere quel periodo il più facile possibile.”
E con il mister che rapporto hai?
“Con il mister uguale, ovviamente è più facile perché a livello di idioma diventa più facile quando devo parlare con lui, perché siamo spagnoli, abbiamo la stessa cultura. È sicuramente un rapporto, anche se lui è giovane, un rapporto di rispetto. Io sono un giocatore, faccio quello che mi chiede lui e poi da lì cerchiamo di aiutarlo il massimo possibile come lui cerca di aiutarci fare meglio in campo”.
Parma, come è da questo punto di vista? Che rapporto hai con questa città? Ti vogliono bene qua?
"Sì, mi vogliono tanto bene, me lo fanno vedere ogni volta. Anche io li voglio bene a tutti. L'ho detto, da quando sono arrivato l'ho trovato come una seconda casa. Mi trovo molto legato alla città, non solo al Parma come istituto, diciamo. Mi sento legato a tutta la città, a tutta la gente. Ho conosciuto tanta gente qua a Parma. Anche se vado a fare un cappuccino al pomeriggio, conosco quello della caffetteria da tanti anni. E niente, sono molto felice qua. È anche importante per me che pure i miei genitori quando vengono si sentono benissimo qua, che la mia ragazza si sente benissimo qua, che i miei amici non vedono l'ora di venire sempre qua a vedermi perché pure loro quando vengono si sentono bene qua ed è una cosa importante."
Possiamo dire quindi che sei diventato emiliano?
"Sì, sì, posso dire che mi sento emiliano."
Hai anche un po' l'accento emiliano?
"Quello non lo so, però sì, mi sento uno di loro."


