Bernabè sul problema cardiaco: "Quando sono rientrato in campo è stato come giocare a calcio per la prima volta"
Adrian Bernabè, centrocampista del Parma, è intervenuto ai microfoni del canale Youtube della Serie A, nella rubrica "Storie di Serie A". Lo spagnolo ha parlato brevemente anche del suo problema cardiaco avuto nel primo periodo in Emilia, con il timore che per il fantasista la carriera potesse terminare prematuramente. Ecco di seguito le sue parole:
Appena sei arrivato a Parma c'è stato quel problema cardiaco. Qual è l'immagine che ti porti dietro da quel momento così brutto per la tua carriera ma soprattutto per la tua vita?
"Sì, sicuramente quando vivi una cosa del genere hai tante cose positive che portarti con te, tante cose negative. Io cerco di lasciare le negative a un lato, ovviamente è stato un momento difficile per me, però grazie a quello ho avuto la fortuna di vivere tante cose belle, di conoscere tanta gente che è stata vicino a me in quel momento, di sapere che almeno avevo una cosa che non era normale, quindi grazie a loro, grazie a che mi hanno trovato questo oggi sono qua."
Chi è che ti è stato vicino in quel periodo? Immagino la tua famiglia, magari anche qualche tuo amico che hai nel calcio?
"Sì, no, tanti, tanti, al di là di tutto il cerchio vicino che ho, la mia famiglia, la mia ragazza, i miei amici stretti, il mio procuratore, che ringrazio perché io sono arrivato qua e non sapevo l'italiano e lui ci ha aiutato tanto."
Da quel momento lì forse hai imparato anche ad apprezzare in maniera diversa le cose, perché poi quando hai un trauma di questo tipo e ti ritrovi magari a giocare a pallone, ti diverti anche di più. È stato così anche per te?
"Sì, sì, sicuramente quando sono tornato è stata un'emozione bellissima, e ovviamente come dici te, quando rientri e vedi che sei stato quasi vicino a non giocare più, è come giocare per prima volta ancora, e niente, sicuramente ovviamente ti fa valutare le cose da un altro punto di vista, però bisogna sapere anche che non devi trovarti in quella situazione per valutarle così tanto."
So che tu sei anche molto legato ai tuoi tatuaggi.
"Si ho fatto la frequenza cardiaca con un calciatore. Me l'ha fatta il tatuatore senza che la preparassimo insieme. Mentre ne facevo un altro, ho visto quello e lui ha scelto di regalarmelo. È stato un momento bello e lo porto con me. I tatuaggi che mi sono fatti portano quasi tutti un significato. Ho due tatuaggi a ricordo dei miei nonni che non ci sono più e uno sulle Olimpiadi vinte. Questi sono i più importanti".
E l’Olimpiade com’è stata?
"Un'esperienza bellissima. Sicuramente la cosa più importante che ho vinto, la soddisfazione più bella. Il giorno più bello della mia vita, potrei dire, a livello calcistico."
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