Svelati alcuni retroscena del ritiro di Castelrotto: Buffon è sempre il numero uno

30.07.2021 15:22 di  Rocco Azzali   vedi letture
Svelati alcuni retroscena del ritiro di Castelrotto: Buffon è sempre il numero uno
© foto di Tedeschi/ParmaLive.com

A distanza di una settimana emergono simpatici aneddoti riguardo quanto accaduto nell'amichevole contro il Trento, disputata a San Michele dell'Adige durante il ritiro di Castelrotto, in particolare sull'uomo più atteso da tutti e che si è di fatto preso la scena sin dal primo giorno del suo arrivo nella località montana. Gigi Buffon non smette di stupire per la sua grandezza, oltre che in campo, dove ha dimostrato per anni di essere il migliore al mondo, anche quando il protagonista non è il pallone è riuscito a mostrare la sua umiltà e la riconoscenza che da sempre mostra verso la gente che lo ama.

Sulle colonne de il Dolomiti sono stati sottolineati alcuni dettagli che hanno particolarmente colpito l'attenzione dei presenti e piacevolmente stupito i diretti interessati. Al termine della prima frazione di gioco, conclusa sul punteggio di 4-1 in favore dei crociati, l'autore del gol del Trento, formazione neo promossa nel campionato di Serie C, Riccardo Barbuti si è avvicinato al portierone di Carrara a cui ha chiesto ed ottenuto la maglia vestita al momento della rete subita: un cimelio storico per un ragazzo che fino all'anno scorso giocava tra i dilettanti. A fine partita invece Buffon si è trattenuto a lungo a parlare con un altro giocatore della compagine avversaria, ovvero Luca Belcastro, ex Juventus cresciuto nelle giovanili del club bianconero e compagno di Ciro Immobile nella Primavera: al termine della chiacchierata i due si sono salutati con un lungo abbraccio. Per finire, una scena della quale abbiamo già potuto godere in più occasioni e che non passa mai di moda: Gigi si è a lungo concesso a giocatori e dirigenti del Trento per scattare un selfie e firmare autografi, non negandosi mai a nessuno e anzi ringraziando i suoi fans. Un esempio di umanità e sensibilità che nel calcio di oggi è sempre meno frequente e che ci teniamo stretti.