Crespo e Chiesa si incontrano di nuovo: "A Bordeaux cambiammo la storia di quella Coppa UEFA"

Hernan Jorge Crespo, oggi allenatore della Primavera del Parma, ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale dei ducali, in occasione della sfida di campionato dei suoi ragazzi con i pari età della Sampdoria, sulla cui panchina siede il suo amico ed ex compagno Enrico Chiesa, con cui ha condiviso gioie e gol quando entrambi militavano in gialloblu: "Mi ha fatto piacere vincere, ma soprattutto mi ha fatto piacere rivedere un amico. Indipendentemente da tutto mi sono divertito, abbiamo scambiato tante battute con Enrico, in quei tre anni eravamo anche compagni di camera". Anche Enrico Chiesa ha detto la sua: "C'era Hernan in panchina, ho scherzato con lui. Dobbiamo far crescere velocemente questi ragazzi, il calcio non aspetta. Sono dispiaciuto non per la sconfitta, ma perché abbiamo fatto diversi passi indietro. Comunque ritrovarsi con Crespo dopo tanti anni è stato divertente". I due hanno poi parlato dell'operato dell'altro come allenatore: "Enrico è come quando giocava, impressionante, ti mette in difficoltà in qualunque momento. E' capitato anche oggi, vincevamo 2-0 ma ci ha fatto soffrire fino alla fine". Gli fa eco Chiesa: "Lui è più pacato di me, ma è il primo anno che allena. La nostra più bella soddisfazione, però, è vedere crescere i ragazzi". Crespo e Chiesa sono l'emblema dell'ultima coppa europea conquistata, la UEFA del '99: "Fu determinante Bordeaux, perdevamo 2-0 ed eravamo entrambi in panchina" dice Chiesa "poi siamo entrati e lui ha segnato di tacco sul mio cross. Lì è cambiata la nostra storia in quella Coppa. Poi il 6-0 del ritorno è leggendario".
Ci si chiede poi chi sarà per primo, tra i due, ad allenare nella massima serie. Così la pensa Hernan: "Ci dobbiamo focalizzare più sui ragazzi, ad oggi siamo più docenti che allenatori. Dobbiamo insegnare loro come ci si approccia al calcio, la nostra professione. Fare l'allenatore è una maratona, non uno scatto di cento metri". E Chiesa: "E' un percorso diverso rispetto al calciatore, ma lo spirito non muta. Da giocatori, miravamo a raggiungere la Nazionale. Oggi alleniamo per crescere, senza accontentarci mai".