Il Parma torna in B, le due folli sessioni di mercato: perché tanti ritardi?

05.05.2021 17:04 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
Il Parma torna in B, le due folli sessioni di mercato: perché tanti ritardi?
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© foto di Federico De Luca

Il fallimento della stagione del Parma passa anche dalle sessioni di mercato, estive e invernali, che non hanno saputo dare il giusto apporto alla causa crociata, né in entrata, né, soprattutto, in uscita. Il mercato estivo del direttore sportivo Marcello Carli è nato, per ovvie ragioni, con grandi ritardi: nel bel mezzo di una transizione societaria, il ds toscano ha potuto iniziare ad investire realmente solo dall'arrivo del presidente Kyle Krause ad inizio settembre. La maggior parte dei colpi è arrivata negli ultimi tre giorni di mercato, ad inizio ottobre, quando però il campionato era cominciato da due giornate, aperte con i ko contro Napoli e Bologna. In pochi giorni il Parma ha comprato tanto, ma non è riuscito a vendere quasi nessuno se non Matteo Darmian, con cui c'era un pre accordo da un anno con l'Inter, e Kastriot Dermaku, sceso in B con il Lecce dopo un anno da comparsa, con buone risposte, in Emilia. Non aver capitato che in molti erano a fine ciclo e che una cessione sarebbe stata l'ideale è stato uno degli errori cardine della stagione. 

Qualche mese più tardi, però, la situazione era cambiata: il Parma era in piena difficoltà, con l'allenatore scelto in estate, Fabio Liverani, esonerato per il ritorno del grande condottiero della risalita, Roberto D'Aversa. Sin da principio D'Aversa fa richieste ben precise alla società per rinforzare la squadra, ma incredibilmente, come avvenuto in estate in cui però le scelte erano obbligate, la dirigenza decide di ridursi agli ultimi giorni per concludere il mercato, acquistando un mix di giovani, Man e Zirkzee, oltre a Zagaritis, e di esperti, Conti, Bani e Pellè: troppo poco e soprattutto troppo tardi. Altri errori che il Parma ha pagato.