I nostri colori con la bandiera a stelle e strisce: il calcio italiano made in USA

08.06.2022 21:52 di  Redazione ParmaLive.com   vedi letture
I nostri colori con la bandiera a stelle e strisce: il calcio italiano made in USA
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Il calcio in Italia è parte integrante della vita di ogni tifoso e si custodisce gelosamente di generazione in generazione l'amore per i propri colori, ma il futuro potrebbe introdurre qualche "corpo estraneo". Negli anni abbiamo assistito praticamente sempre a club di Serie A e Serie B guidati da imprenditori italiani, non per forza soggetti con interessi sportivi direttamente collegati ad essi, ma talvolta in grado di coronare i sogni dei propri tifosi. Pensiamo allo storico scudetto del Cagliari e della bandiera Gigi Riva, oppure all'inaspettato trionfo del Verona nel 1985, fino alla grande cavalcata del Milan berlusconiano. Facendo un salto nel presente, invece, non ci sembra più lo stesso mondo, a partire proprio dai rossoneri: il fondo Elliott riesce ad aggiudicarsi il club dalle macerie cinesi ed in pochi anni ricostruisce e conquista uno scudetto, il tutto senza un monte ingaggi esorbitante. Nelle scorse settimane la proprietà cambia, il Milan finisce nelle mani del fondo RedBird e precisamente di Gerry Cardinale: far meglio sembrerebbe sfida ardua, ma il brand del Diavolo potrebbe avanzare moltissimo in Europa.

Un po' più a sud, anche la Roma trova nuova linfa con la proprietà americana dei Friedkin: basta poco per conquistare l'affetto dei tifosi, soprattutto se l'allenatore ufficialmente scelto dalla nuova società si chiama José Mourinho. Risultato? Campionato di medio livello e conquista della Conference League, obiettivo stagionale dichiarato dal portoghese stesso per approdare nella competizione del giovedì. Qualche polemica di troppo sul prestigio della coppa vinta ai danni del Feyenoord, ma l'ambiente capitolino è sereno e sogna in grande. Tanti illustri nomi sul tavolo possono permettere ai tifosi di trascorrere un'estate serena, vista anche la recente firma di Matic.

Non è detto però che le scelte di queste imponenti figure siano sempre ripagate, infatti conosciamo benissimo ambienti in cui non tutto è rose e fiori. Indubbiamente il Parma costituisce esempio eclatante, il presidente Krause si presenta in grande stile e scherza con i giornalisti prima del match casalingo contro il Napoli. La stagione d'esordio presenterà tuttavia grosse difficoltà per la proprietà americana, che vedrà culminare il suo primo campionato con la retrocessione. Nella stagione appena conclusa le cose non vanno meglio: né Maresca né Iachini riescono a far svoltare il Parma, che conclude ben lontano dalla zona playoff. Toccherà a Pecchia cercare di invertire il trend negativo.

In Liguria, La Spezia e Genova sono le città colpite dal marchio USA. Robert Platek acquisisce il controllo del club bianconero e la stagione scorre via senza troppi patemi, soprattutto grazie all'abilità del tecnico Vincenzo Italiano. Quest'ultimo sceglierà poi la Fiorentina attirandosi le antipatie di buona parte della tifoseria spezzina: le grane non mancano ed il blocco del mercato (tesseramento irregolare di minorenni) fa da ciliegina sulla torta. Thiago Motta, tuttavia, centra un'ottima salvezza. Non è invece l'epilogo che si vede a Genova, sponda rossoblu. Volendo però essere onesti, il fallimento del Genoa non è del tutto imputabile alla gestione di 777 Partners, almeno a parere di chi scrive. Il presidente Preziosi inizia la stagione al timone e prevedibilmente non si lascia sfuggire l'esonero di Davide Ballardini, nel frattempo arriva la tanto famosa holding e piazza il primo colpo: Andrij Ševčenko diventa il nuovo allenatore. Bastano poche partite però per accorgersi che non sarà un matrimonio duraturo: nel mezzo sconfitte ed umiliazioni ma anche inserimento di uomini di fiducia in società. Chiude il sipario rossoblu Alexander Blessin in panchina e la proprietà si getta in un mercato disperato per rinnovare la rosa, anche se il finale lo conosciamo tutti.

In conclusione, possiamo porci in una posizione di scetticismo verso questa forte ondata americana? Non del tutto, visti anche i meriti di cui sopra e le singolarità delle situazioni che si trovano a gestire. Certo è che non finirà qui la conquista del Belpaese: troppe potenzialità inespresse attendono di essere risvegliate da personaggi forse poco esperti in materia, ma con grande disponibilità finanziaria.