Quella di Vazquez falso 9 non è una perversione di Pecchia, ma una scelta obbligata. C'era una volta Inglese, poi il caso-Charpentier: il Parma non può contare su un vero centravanti

Non è ancora la matematica ad impedirci di sognare, piuttosto quanto visto nel corso di questi tre quarti di stagione a farci stare coi piedi ben saldi per terra in fatto di qualsivoglia minimo barlume di speranza di centrare direttamente la promozione in Serie A. Non ha nemmeno più senso parlarne, in effetti: a 9 giornate dal termine della regular-season, il Parma è ottavo in classifica, a -12 dal secondo posto, attualmente occupato dal Genoa, con ben 6 squadre davanti a frapporsi con l'obiettivo ormai utopico.

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Sabato contro il SudTirol i crociati hanno chiuso la gara senza segnare per la terza volta di fila al Tardini, dopo i ko interni con Ascoli e Pisa, evidenziando ulteriormente il problema attaccante in casa ducale. Causa l'assenza forzata di Vazquez per squalifica, Pecchia è stato "costretto" a schierare un "vero" centravanti nel match contro i tirolesi, affidando le chiavi dell'attacco a Benek, che però non si è rivelato performante in chiave realizzativa. Ecco, anche qui andrebbe aperto un capitolo a parte: qual è il vero ruolo del polacco? Forse da seconda punta in un attacco a due, chi lo sa, effettivamente anche lui fa di tutto per non farsi identificare alla perfezione. Alle volte ha sfoderato prestazioni magnifiche trovando anche la via del gol giocando da esterno alto, in altre occasioni ha regalato la vittoria alla squadra vestendo i panni del centravanti che aggredisce gli spazi, poi - colpevole magari anche la poca esperienza nel nostro calcio - si è reso protagonista di prestazioni oltremodo opache nelle medesime posizioni occupate in altre circostanze. La sua figura resta tutt'oggi un rebus da decifrare...

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Nel corso della ripresa è entrato Inglese, ma la musica, purtroppo non è cambiata. La sua parabola discendente fa male ripensando al giocatore che avevamo ammirato al suo primo anno in crociato, ma quello che vediamo oggi non è nemmeno lontano parente del Bobby che abbiamo conosciuto. Tanto cuore e caparbietà senz'altro, ma le qualità negli ultimi 16 metri ed il killer-instinct di uomo d'area sono oramai un lontano ricordo vedendo le prestazioni offerte anche quest'anno. Poi c'è il giallo-Charpentier, inspiegabile a tutti gli effetti! Sono ormai due mesi che il francese è a disposizione di Pecchia, che quotidianamente lo vede e lo valuta a Collecchio, ma l'ex Frosinone non ha collezionato nemmeno 90' nelle ultime 11 partite nelle quali è tornato a far parte dell'elenco dei convocati. Sabato pomeriggio sarebbe potuto essere a tutti gli effetti il suo vero banco di prova, ma non è nemmeno stato chiamato in causa.

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Evidentemente se il mister preferisce schierare Vazquez come terminale offensivo del reparto, un motivo ci sarà. Come detto, Benek non garantisce la continuità necessaria per costruire un assetto stabile, Inglese è ormai un ricordo sbiadito del Bobby che fu e Charpentier, appunto, resta un elemento misterioso. Al netto di questo, se il Genoa non si è posto troppi problemi nel liberalo ad una diretta concorrente ed il Frosinone non ha fatto i salti mortali per riconfermarlo, qualcosa che strusa ci sarà. C'è da aggiungere, inoltre, che stanno mancando terribilmente anche i gol dei centrocampisti, perché una squadra che sviluppa il proprio gioco con un falso nove deve per forza mandare in rete molti più interpreti abili a saper sfruttare le situazioni di superiorità che si creano. Ma al di là di questa sfumatura tra le righe, il problema legato all'attacco c'è ed è innegabile e lampante agli occhi di tutti: sotto accusa, ancora una volta, le scelte fatte in chiave di mercato, sia quelle estive che a gennaio, quando si poteva provare a riparare e non lo si è fatto in maniera adeguata...

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