Per Pecchia impossible is nothing, ma ora attende i rientri. Bernabé, Man, Inglese, Mihaila e compagnia bella: il Parma ha bisogno di voi
Pare quasi strano essere soddisfatti di un quarto posto - in coabitazione con altre due squadre - in Serie B, se pensiamo alla storia del nostro club, ma gli ultimi anni ci hanno insegnato che nulla ti è dovuto e che ogni risultato e traguardo va raggiunto attraverso pianificazione, lavoro e continuità. Diciamo anche che le delusioni degli ultimi anni, forse, ci hanno riportato a guardare le cose sotto altri punti di vista ed ora stiamo apprezzando quanto di buono sta facendo questa squadra in un periodo di difficoltà.
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Il termine difficoltà risulta quasi eufemistico utilizzarlo, così come parlare di solo un periodo. Potremmo quasi dire tragedia, se consideriamo che nell’ultima gara il Parma ha dovuto fare a meno di ben 13 giocatori, situazione che si protrae - più o meno ad intermittenza - da almeno 3 anni, portando la rosa ducale ad essere tra le più colpite in assoluto per infortuni di vario genere nel lasso di tempo in esame. 13 giocatori che - non penso di proferire bestemmia alcuna - potrebbero tranquillamente essere titolari in almeno ¾ delle formazioni di questo campionato.
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Al di là dell’handicap numerico - che nel calcio delle 5 sostituzioni, non potere contare su così tanti potenziali titolari, è oltremodo disabilitante - anche e soprattutto sotto l’aspetto qualitativo questo gruppo ha perso la maggior parte del proprio potenziale. Essere privati di gente come Adrian Bernabé, Dennis Man, Valentin Mihaila e Roberto Inglese, così come l’emergente Drissa Camara, che bene stava facendo, è un deficit esageratamente complicato da gestire, tanto quanto difficile da spiegare. Senza poi considerare anche la mancanza di figure di riferimento in campo del calibro di Gigi Buffon, Leandro Chichizola, Cristian Ansaldi e Simone Romagnoli che tanto farebbero comodo con la loro esperienza in alcuni momenti in un campionato in cui carattere e personalità possono essere determinanti.
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Il plauso va quindi a mister Fabio Pecchia che sta facendo di necessità virtù senza proferire lamentela alcuna, né elencando alibi viste le defezioni, dimostrandosi anzi fiero della squadra che allena. L'ex tecnico della Cremonese sta riuscendo a trasmettere sicurezza ad un ambiente che tanto ne aveva bisogno, un aspetto molto apprezzato dai tifosi e di enorme aiuto ai giocatori che ora riescono ad esprimersi al meglio delle loro potenzialità. Ora però sarebbe bello che anche Pecchia potesse dare il meglio di sé, avendo a disposizione il maggior numero di effettivi e potendo lavorare con la rosa al completo. La competizione, all'interno di un collettivo, aiuta sempre, così come la possibilità per un allenatore di scegliere chi mettere in campo secondo quelle che sono le proprie sensazioni, anziché dovendo andare ad esclusione. In attesa di buone nuove dall'infermeria, tanti complimenti ancora al mister!
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