Il trittico al Tardini si chiude con un due su tre: peccato per il mancato salto di qualità

L'avevamo detto una decina di giorni fa: il Parma si presentava al trittico al Tardini con Spezia, Torino e Lecce con la possibilità di dare una svolta, in un senso o nell'altro, alla sua stagione. Le tre gare si sono chiuse con un passaggio del turno, anche se soltanto ai rigori, una vittoria importantissima sul Torino e l'ultima sconfitta contro il Lecce di sabato pomeriggio.
Una vittoria contro il Lecce avrebbe dato il là alla stagione con i migliori auspici, un'iniezione di fiducia e serenità a tutto l'ambiente alla vigilia dell'ultima sosta del 2025. E invece è arrivata una sconfitta, dura più per i modi che per il risultato in sè. Il Lecce ha portato a casa tre punti nonostante le occasioni da rete create siano state ben poche, con un gol arrivato su un cross terminato alle spalle di Suzuki. Ma quello che preoccupa è il fatto che il Parma abbia creato ancora meno dei salentini.
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Se la difesa crociata sembra reggere abbastanza l'urto, con le ultime reti arrivate con una prodezza di Ngonge e una palla sporca calciata da Sottil verso l'area, ad allarmare è la pochezza offensiva messa in mostra fino ad oggi. Il Parma fatica, e non poco, a costruire nitide palle gol. E le poche volte che ci riesce poi pecca di cinismo con gli interpreti che di questo dovrebbero fare la loro arma migliore, vedi Cutrone. Sulle soluzioni offensive dovrà lavorare tanto mister Cuesta nelle prossime settimane: il Parma ha bisogno di punti, ma ancora prima ha bisogno di ritrovare pericolosità offensiva per compiere quel salto di qualità che permetterebbe di trascorrere un campionato senza troppi patemi.
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