Keita: “Sogno il Mondiale e il Barcellona. In campo non sento l’ansia, anche quando sbaglio sono tranquillo”
Intervenuto per primo nel nuovo progetto del Parma Calcio “Gialloblu Youth Reporters”, dove un gruppo di bambini e bambine tra i 6 e i 10 anni intervisteranno diversi calciatori crociati, Mandela Keita si è raccontato a lungo. Tra sorrisi ed entusiasmo, il centrocampista belga ha parlato di passato, sogni futuri e della sua vita fuori dal campo, con il microfono che è poi passato al belga, che ha chiacchierato con i giovani giornalisti. Spazio anche per un saluto di mister Cuesta, che ha fatto capolino per presentarsi ai tanti bambini presenti. Questa l’intervista finale.
Come sei entrato nel mondo del calcio?
“Quando avevo cinque anni avevo troppa energia, e mia mamma mi disse che avevo bisogno di fare qualcosa. Iniziai a fare calcio, e ora sono diciassette anni che gioco a calcio”.
Cosa ti piace della vita da calciatore?
“Mi piace divertire, poi quando fai il calciatore puoi cambiare la vita della tua famiglia”.
Hai vissuto casi di razzismo in campo?
“Si, anche da giovane, ma io sono tranquillo e gentile e quando succedono queste cose bisogna restare calmi e positivi. Non si possono cambiare, penso che bisogna sempre avere fiducia in te stesso e non ascoltare gli altri. Sono molto sociale e parlo con tutti nella squadra. Mi hanno difeso e io ho difeso gli altri”.
Come si deve affrontare il tema del razzismo?
“Con il sorriso, bisogna sempre essere felici e ridere. Chi fa queste cose è stupido, allora tu devi pensare a te stesso e essere positivo”.
Ti piace essere centrocampista?
“A centrocampo c’è tanta pressione, e a me piace molto. Mi piace aiutare attacco e difesa, posso controllare il campo e il gioco e a me piace molto. Giocavo anche da punta, a nove o dieci anni. Facevo tanti gol, ma ora non più. Speriamo di farli quest’anno”.
Che emozioni provi a giocare in stadi grandi?
“Sono molto felice e orgoglioso, mi sento anche fortunato perché tanti giocatori non hanno le stesse chance che io ho avuto. Prendo la cosa con fiducia e con i piedi per terra, perché bisogna sempre lavorare”.
Hai mai fatto altri sport?
“No, sono un po’ scarso agli altri sport. Ho provato un po’ di tennis e basket, un po’ male, e anche ad altri sport, ma sempre male. Per fortuna sono bravino a calcio”.
Come intendi investire i tuoi guadagni?
“Bella domanda, penso in case ed immobili. Da calciatore hai poco tempo per guadagnare soldi, bisogna investirli in modo intelligente senza spenderli in cose banali. C’è una vita dopo la carriera. Mi piace prendere le case per affittarle. Dappertutto, sia a Parma ma anche a Milano e in altri posti".
Dove vorresti giocare in futuro?
“Io tifo il Barcellona, mi piace molto Messi, il più forte di sempre. Ho visto Ronaldinho e Messi al Barça, tutti molto forti. Spero di giocarci un giorno”.
Preferiresti giocare con la Nazionale belga o della Guinea?
“Belga, ci ho già giocato due volte ed è stato molto bello. Tanti giocatori forti come De Bruyne e Lukaku ci giocano, voglio stare con i più forti per puntare al Mondiale 2026 e migliorarmi”.
A che calciatore ti ispiri?
“A Messi un po’, perché è stato il più forte. Anche a Kanté, è un centrocampista molto forte e molto umile. Voglio essere come lui, avendo la testa bassa ed è un mio esempio”.
Che emozioni hai provato alla tua prima al Tardini?
“Ho giocato contro l’Udinese, e ho preso subito rosso. La prima partita al Parma non è stata una bella partita, dopo venti minuti ho fatto due falli e subito rosso, la prima non è stata bella. Dopo molto meglio”.
Ti hanno mai preso in giro per il colore della pelle?
“Personalmente no, forse a undici o dodici anni, ora no. Non lo sento, la gente che fa questo non la ascolto perché sono educato”.
Hai ansia prima delle partite?
“No, prima da giovane si. Ora mi piace giocare a calcio e sono molto tranquillo”.
Quando sbagli in campo come ti senti?
“Io sono molto tranquillo perché tutti fanno errori. Anche i più forti fanno errori, quindi quando li faccio io sono tranquillo. La squadra mi aiuta e mi dice di riprovare”.
E’ mai successo che ti insultassero allo stadio per questo?
“Sì, ma io sono sul campo e non sento queste cose. Quando sbaglio sento rumore ma non cosa dicono, non mi preoccupo”.
Conoscevi già qualcuno quando sei arrivato?
“Si ma di vista, come Bonny, Bernabé e anche Sohm”.
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