Scala, Sacchi e Ancelotti: i grandi allenatori della storia del Parma

10.12.2025 20:11 di  Redazione ParmaLive  Twitter:    vedi letture
Scala, Sacchi e Ancelotti: i grandi allenatori della storia del Parma

Quando si parla di Parma, si parla di una delle realtà più affascinanti del calcio italiano: un club capace di reinventarsi più volte, di sorprendere, di crescere e crollare, per poi rialzarsi ancora. E se oggi ricordiamo certe stagioni come veri e propri capitoli di un romanzo sportivo, il merito è anche di chi ha guidato la squadra dalla panchina. Alcuni allenatori hanno lasciato un segno profondo, chi per i trofei vinti, chi per l’identità costruita, chi per aver accompagnato la rinascita dopo anni complicati.

Nevio Scala: l’uomo che ha cambiato il destino del Parma

La storia moderna del Parma inizia davvero con lui. Quando Scala arriva nel 1989, il club non è ancora quello che tutti ricordiamo. Nel giro di pochi anni, però, mette in piedi un ciclo irripetibile: promozione in Serie A nel 1989-90, Coppa Italia 1991-92, Coppa delle Coppe 1992-93, Supercoppa Europea 1993 e Coppa UEFA 1994-95.

Parliamo del periodo più glorioso nella storia gialloblù, quello che trasformò il Parma in una squadra rispettata in Italia e temuta in Europa.

Scala non è stato solo un vincente: è stato l’allenatore che ha dato un’identità al club. Una squadra intensa, organizzata, moderna.

Arrigo Sacchi: il maestro prima del mito

Tra il 1985 e il 1987 sfiorò la Serie A, arrivando fino agli spareggi, e soprattutto costruì una mentalità diversa: aggressiva, coraggiosa, fondata sull’organizzazione senza palla.

Il suo passaggio è stato fondamentale non tanto per i risultati — pur importanti — quanto per l’eredità tecnica.

Sacchi è stato il primo a dare al Parma la sensazione di poter puntare in alto. È l’allenatore che ha acceso la scintilla.

Carlo Ancelotti: la maturità del grande Parma

Nel 1996 tocca ad Ancelotti, che eredita una squadra forte ma ancora in cerca di continuità. In due stagioni porta il Parma a un livello di solidità e competitività mai visto: secondo posto in Serie A nel 1996-97, un risultato storico e mai più raggiunto.

La sua gestione è stata equilibrata, razionale, basata su una rosa straordinaria: Buffon, Cannavaro, Thuram, Crespo, Chiesa, Verón, ma gestita con mano ferma, senza eccessi.

Se Scala aveva portato il Parma a vincere, Ancelotti gli ha dato stabilità e credibilità da grande club. È stato un passaggio cruciale nella crescita complessiva della società.

Alberto Malesani: il Parma di nuovo sul tetto di Europa

Quando si parla di emozioni pure, di vittorie “sentite” dai tifosi, impossibile non citare Alberto Malesani.

Arrivato nel 1998, ha guidato forse il Parma più spettacolare e completo di sempre, quello che nel 1998-99, contro ogni pronostico dei siti di scommesse sportive online ha vinto Coppa Italia, Supercoppa Italiana e soprattutto la Coppa UEFA, dominando la finale contro l’Olympique Marsiglia.

Il suo Parma era intenso, aggressivo, a tratti travolgente. Una squadra che divertiva e convinceva, con un’identità forte e una rosa straordinaria.

Roberto D’Aversa: il condottiero della rinascita

Dopo il fallimento del 2015, serviva un allenatore capace di ricostruire non solo una squadra, ma un’idea di Parma. Roberto D’Aversa è stato quell’uomo.

Arrivato in Lega Pro, ha guidato i gialloblù a una storica doppia promozione consecutiva fino alla Serie A, un’impresa rarissima nel calcio italiano.

Non ha portato trofei, ma ha riportato il Parma dove sentiva di appartenere: fra i grandi. Ed è forse questa, in certi momenti, la vittoria più importante.