Malesani a GdS: “A Parma una cavalcata indimenticabile. Peccato per lo scudetto”

Alberto Malesani, ex allenatore di Parma e Fiorentina tra le altre, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne dell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. L’ex allenatore gialloblu ha parlato in particolare della stagione 1998-99 (Coppa Italia, Coppa Uefa e Supercoppa italiana), dove alla guida del Parma fu in grado di vincere ben tre trofei: “Una cavalcata indimenticabile. Avevamo una squadra pazzesca: Buffon in porta; Thuram, Sensini e Cannavaro in difesa; Fuser e Vanoli sulle fasce; Dino Baggio, Boghossian, Veron a centrocampo; Crespo e Chiesa in attacco. Giocavamo un calcio moderno, spettacolare, tutto pressing e sovrapposizioni. Purtroppo non arrivammo allo scudetto, ma forse tutto l’ambiente, all’epoca, non era attrezzato per un’impresa simile”.
Malesani continua raccontando di come arrivò la chiamata del Parma: “L’anno prima, alla Fiorentina, feci innamorare i giocatori, da Rui Costa a Batistuta. Quando ebbi qualche discussione con il presidente Cecchi Gori, lo spogliatoio si schierò dalla mia parte. Andammo a vincere a Parma, il cavalier Calisto Tanzi rimase impressionato dal gioco della mia Fiorentina e il giorno dopo mi convocò nel suo ufficio a Collecchio per ingaggiarmi. Ero libero, dissi subito di sì”.
Una carriera costruita sul merito: “Nessuno mi ha mai regalato nulla. Ho cominciato con il Chievo, ho fatto la gavetta, mi sono licenziato dalla Canon dove avevo un ruolo da dirigente per la mia passione: il calcio. Da lì alla Fiorentina dopo che, per tre mesi, ero stato seguito da Antognoni e dal d.s. Cinquini. E quindi il Parma, sempre perché avevo impressionato attraverso il gioco”.
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