D'Aversa: "Il ciclo qui non è finito. C'è voglia di migliorare, ho tanta fiducia nella società"

26.03.2020 23:59 di Redazione ParmaLive Twitter:    vedi letture
D'Aversa: "Il ciclo qui non è finito. C'è voglia di migliorare, ho tanta fiducia nella società"

Ospite di Sportitalia, il tecnico del Parma Roberto D'Aversa parla così dell'emergenza Coronavirus, che costringe il campionato italiano ad una forzata sosta: "In questo momento è davvero difficile ragionare sull'argomento calcio, ne approfitto per mandare un abbraccio a Luca Leone che ha perso il padre in questo periodo terribile". 

Come si vive da allenatore questa situazione, questo isolamento?
"Cambia totalmente il quotidiano, avevamo poco tempo a disposizione quando c'erano gli allenamenti, ora è tutto il contrario. Dopo la SPAL la situazione andava sempre peggio qua in città, devo fare un plauso a tutti i giocatori che hanno cercato di interrompere subito tutte le attività ed evitato rischi inutili".

La pantomima di Parma-SPAL è stata una delle ultime gare prima dello stop.
"Quel giorno è stato spiacevole per il calcio italiano, non abbiamo dato una immagine bellissima del nostro campionato. Si poteva dare un quadro diverso, ma ognuno pensa ai propri interessi e lì invece bisogna solo pensare alla situazione in generale. Ma fare una gara in più o in meno cambia poco. Ora stiamo cercando di avere fretta di riprendere, ma dobbiamo essere molto attenti e ogni discorso sembra prematuro. Mi auguro che chi prende le decisioni, possa arrivare a garantire sicurezza e salute anche dei giocatori. In questo momento il calcio è decisamente secondario".

La squadra che vi ha messo più in difficoltà? Sarri con la Juve o Conte con l'Inter?
"La SPAL, ci hanno battuto sia all'andata che al ritorno... scherzi a parte, a Sarri serve del tempo, ma è primo in classifica ed è agli ottavi di Champions. Lo stesso Conte sta facendo benissimo, nonostante ci sia ancora distanza tra Inter e Juventus. Con la Lazio sta mettendo alle corde la Juve, bravo anche Simone con i biancocelesti. Tutti quanti noi allenatori in questo momento abbiamo rivolto lo sguardo su altro in questo momento, il calcio ci manca ma fino ad un certo punto. Io vivo di calcio h24, l'adattamento iniziale è stato problematico, tutti i giocatori volevano andare al campo ad allenarsi: poi hanno capito che l'unico allenamento, in questo momento, è stare a casa".

Sei pronto al taglio dello stipendio del 30%?
"Sono discorsi che non abbiamo affrontato, ma tutti dobbiamo fare un passo avanti per sistemare la situazione. Non credo possa essere un problema un taglio di questo tipo se ci sono famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. Serve fare un distinguo comunque tra Serie A, B, Lega Pro e mondo dilettantistico. Il calcio va pensato come un'azienda, serve aiutare le persone che sono in difficoltà, mi auguro che quello che sta succedendo possa insegnarci molto. A Parma abbiamo sette proprietari ma è tutta una gestione familiare, la società ci dà un senso di appartenenza, ci dà la possibilità di andare avanti al di là di contributi". 

Kulusevski alla Juventus farà fatica secondo te?
"La competizione è la vera difficoltà alla Juve, quest'ultimo periodo di campionato gli sarebbe servito, per cercare la consacrazione dopo questo passaggio. Nel momento in cui la Juve investe su di te, le prestazioni iniziano a essere viste in maniera diversa. È un ragazzo giovane ma maturo, sarebbe arrivato ad altissimi livelli a prescindere, non gli piace mai perdere, neanche in allenamento".

Come hai fatto a riabbracciare Gervinho?
"Lui per ben due volte ha cercato di parlare con me alla luce del nostro rapporto, mi ha chiesto di dargli una mano sulla cessione ma io gli ho ribadito che era un giocatore importante per noi nell'immediato. Nei rapporti umani credo molto e sono una persona onesta e diretta, c'è stata una forzatura da parte familiare, ma poi è saltato tutto. Per quanto riguarda me, la società e i ragazzi, la mancanza di rispetto è stata il non presentarsi agli allenamenti, lì ha sbagliato. Poi tutto si è rimesso a posto perché ho un gruppo di ragazzi intelligenti e ci ha fatto vincere qualche partita, come a Reggio contro il Sassuolo".

Su Kulusevski: lo vedi da esterno o da mezzala nella Juve?
"Io lo sto utilizzando come esterno, facendolo lavorare sia sul binario che in mezzo, visto che tra le linee è devastante. Lui deve stare in mezzo al campo, il sistema di gioco poi può essere interpretato in modo diverso. Nel 4-3-1-2 può giocare sulla trequarti ma anche la mezzala".

Ci fai un podio degli allenatori italiani?
"Liverani direi terzo, primo e secondo Gasperini e Simone Inzaghi: stanno facendo cose straordinarie con realtà che non sono abituate a quella posizione di classifica. Questi sono i tecnici che stanno facendo grandi cose con le rose che hanno a disposizione".

Il tuo ciclo a Parma è finito?
"No, anzi in questo momento sì... perché non ci stiamo allenando (ride, ndr), ma penso si possano fare cose importanti. Sono molto contento delle persone con cui lavoro, il direttore Faggiano lo conosco da tanto tempo, è un amico. Possiamo migliorare ancora quello che stiamo facendo, ho una bella squadra, ora sono concentrato sul gruppo che ho a disposizione, a migliorarlo. Giocatori come Hernani e Pezzella stanno crescendo tantissimo, anche se quest'ultimo non ha giocato tanto".

A Parma hai trovato un ambiente eccezionale per lavorare.
"A livello di struttura e di vita c'è la possibilità di lavorare nel migliore dei modi: penso a Collecchio, un centro sportivo importantissimo in cui i giocatori vanno anche molto prima dell'allenamento e rimangono molto dopo. Ho avuto la fortuna di essere chiamato da Marco Ferrari, che allora era presidente, con una società giovane che aveva tanta voglia di migliorare. I tifosi hanno fatto numeri impressionanti in Serie D e Lega Pro, sono stati i primi a puntare su una rinascita che nessuno si poteva aspettare fosse così veloce".

Un giocatore che hai chiesto a Faggiano e non ti ha preso?
"Faggiano mi ha sempre accontentato su tutto. Non mi prese Caputo in Serie B, ma ci è andata comunque bene con Ceravolo".

Con Inzaghi avete chiarito?
"Ci siamo sentiti tante volte al telefono, anche pochi giorni fa. Ognuno cerca di fare i propri interessi, ma quello che è successo in quella partita credo sia lampante. Poi in conferenza stampa ha fatto lo "gnorri", è diventato bravo in questo".

In che modo assegneresti lo Scudetto?
"Per aggiudicare uno Scudetto bisogna giocare o dei playoff o qualcos'altro, non si può dare con dodici partite ancora da giocare. Se tutto va bene gli allenamenti credo possano riprendere a maggio, è una speranza. I medici stanno lavorando in modo spettacolare, ma le tempistiche sono prolungate, bisognerà vedere se si riuscirà a fare un calendario per finire il campionato. La decisione va presa in maniera tecnica, non ragionando sulle posizioni di classifica".