La sosta porta consiglio... Un cantiere aperto che merita tempo: perché la crescita non si misura solo con i punti

La pausa per le nazionali, spesso vista come un ostacolo al ritmo del campionato, può rivelarsi un’alleata preziosa. Per il Parma, reduce dalla sconfitta interna contro il Lecce, lo stop della Serie A è arrivato al momento giusto. Un’occasione per ricaricare le energie, sistemare gli equilibri e lavorare in profondità su concetti ancora in fase di costruzione. Carlos Cuesta lo sa bene: i risultati contano, ma non possono essere gli unici indicatori di crescita. Serve tempo, pazienza e – soprattutto – fiducia in un progetto che punta sul lavoro, sui giovani e su una visione sostenibile di calcio.
A Collecchio il clima resta sereno. Il gruppo segue con attenzione le indicazioni del tecnico spagnolo, anche in assenza di alcuni elementi chiamati con le rispettive nazionali (Suzuki, Circati, Britschgi). L’amichevole contro il Monza ha offerto spunti interessanti: l'utilizzo della difesa a quattro. Un segnale? Forse. Ma più che di moduli, Cuesta ragiona su movimenti, spazi e interpretazioni. In un calcio moderno che ha superato la rigidità dei numeri, il sistema di gioco è ormai solo una base da cui partire.
Quel che conta, piuttosto, è vedere un Parma vivo, capace di adattarsi e offrire varianti tattiche. Il 4-3-2-1, il 3-5-2 o il 3-4-2-1 non sono che strumenti nelle mani di un tecnico che ha chiara l’identità da trasmettere. E in questo senso, la pausa può servire a consolidare concetti, sperimentare alternative e affinare i meccanismi. Il lavoro da fare resta tanto, specie considerando che alcuni giocatori, specie i nuovi acquisti, non sono ancora entrati nel pieno della condizione: Ondrejka è fermo ai box, Oristanio è indietro nella preparazione, Cremaschi è impegnato al Mondiale U20.
In attesa di riavere tutti al top, Cuesta continua a plasmare la sua squadra con metodo e determinazione. Perché il percorso è lungo e va affrontato passo dopo passo, senza farsi travolgere dall’ansia del risultato immediato. Serve pazienza, una virtù che spesso manca nel calcio ma che può fare la differenza per un gruppo giovane e ambizioso. Il Parma ha scelto una strada chiara: costruire oggi per raccogliere domani. E se la sosta “porta consiglio” allora il futuro potrebbe riservare risposte interessanti. A partire dalla prossima sfida, dove si inizierà a capire se questo Parma sta davvero imparando a correre.
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