Il Parma esce dall’Olimpico a testa alta. Non basta, ma è la strada giusta
Non è mai facile commentare una partita a caldo. Probabilmente mi ci vorrà ancora qualche ora per “digerire” quanto visto all’Olimpico, ma allo stato attuale delle cose il mio giudizio sulla prestazione del Parma è positivo. Innanzitutto (dettaglio non da poco) tenendo conto dell’avversario che oggi i crociati si trovavano ad affrontare: la Roma è a tutti gli effetti la prima forza del campionato (assieme al Napoli) e ha dimostrato di meritarsi la vetta della classifica. Quello che secondo me ha fatto maggiormente la differenza per i giallorossi sono stati i cambi, in particolare Artem Dovbyk, che ci ha messo veramente pochissimi secondi a trovare la via della rete. Si possono anche dare i meriti a Gasperini per aver scelto di farlo entrare in campo, ma alla fine della fiera tutto diventa più semplice se chi subentra segna praticamente al primo pallone toccato.
Passiamo però agli aspetti positivi che riguardano più prettamente il Parma. Ultimo, e non per importanza, il primo (scusate il quasi ossimoro) gol segnato fuori casa: finalmente i crociati hanno sbloccato le marcature anche lontano dal Tardini. Un gol che alla fine si è rivelato inutile in termini di risultato ma che può davvero rappresentare l’inizio di una nuova era per la squadra di Carlos Cuesta, quasi che servisse un segnale per sbloccare definitivamente questa situazione che ormai aveva quasi del grottesco. Allo stesso tempo bisogna analizzare come questa rete arrivi al termine di una prestazione in cui il Parma ha creato diverse occasioni da gol, molte più delle partite precedenti per quanto riguarda quantità e soprattutto pericolosità: il tiro murato a Bernabé e la bellissima conclusione di Sorensen parata da Svilar sono stati la massima espressione di una partita nella quale il Parma è riuscita a rendersi pericolosa nonostante la forza dell’avversario.
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Altra nota positiva sono le prestazioni di singoli giocatori. Primo fra tutti voglio citare (di nuovo, per la precisione) Sorensen, che ha messo in campo la sua miglior prestazione da quando veste la maglia del Parma. Tanta, tantissima corsa, ma questa non è una novità per il danese. Quello che invece non si era quasi mai visto è la sua capacità di inserirsi in area avversaria: nel secondo tempo è stato proprio lui a calciare a termine di una bella azione corale del Parma. E poi ancora la sua conclusione parata da Svilar, che ha fatto saltare sul divano non pochi tifosi gialloblu. Speriamo che questo possa essere finalmente il segnale della sua svolta con la maglia crociata. Così come da sottolineare è la prestazione di Benedyczak, autore dell’assist che ha portato alla rete di Circati. L’attaccante polacco è subentrato nel corso del secondo tempo e ha offerto un’ottima prestazione, andando a battagliare più e più volte nei contrasti aerei, finché appunto non ha trovato la giocata giusta, con la spizzata che ha favorito l’inserimento e la rete di Circati. Buoni segnali anche dalla panchina dunque.
Ovviamente tutto questo non può e non deve bastare. Non si può essere completamente contenti quando si esce dal campo avendo rimediato una sconfitta. Alla fine dei conti, però, l’ambiente gialloblu può ritenersi soddisfatto dalla trasferta dell’Olimpico: la squadra ha dimostrato ancora una volta solidità difensiva, mantenendo sempre la calma e l’equilibrio nonostante i ripetuti assalti della Roma. È vero: il tabellino riporta due gol subiti, ma allo stesso tempo bisogna di nuovo considerare che si giocava in casa di una delle capoliste. Più importante è invece analizzare l’atteggiamento della squadra, che non è mai andata in apnea. Anzi, ha dimostrato di saper gestire i momenti della partita, difendendo più bassa quando la Roma prendeva campo e cercando la via della ripartenza quando c’era spazio. Tante indicazioni dunque per mister Carlos Cuesta e il suo Parma: oggi possono uscire dal campo a testa alta.


