Il derby riporta tutti con i piedi per terra. Inspiegabile il mancato arrivo di un centrocampista: e Pecchia fa bene a lamentarsi

04.09.2023 00:00 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Il derby riporta tutti con i piedi per terra. Inspiegabile il mancato arrivo di un centrocampista: e Pecchia fa bene a lamentarsi
© foto di Parma Calcio 1913

E' terminata una settimana di fuoco per il Parma. Tra la chiusura del calciomercato e le tre gare ravvicinate, sono stati giorni vissuti in apnea. Ora c'è la sosta per le nazionali, un'occasione per tirare il fiato e trarre qualche primo bilancio. Sicuramente è ancora presto per giungere a conclusioni: la stagione sarà lunghissima e questa Serie B si sta dimostrando, se possibile, ancora più impronosticabile rispetto all'annata scorsa. E, nonostante ciò, dopo le prime giornate stiamo parlando di un Parma in vetta alla classifica. Un inizio che ha lanciato segnali incoraggianti, che non devono essere cancellati dallo scialbo pareggio nel derby. Come spesso ripete Pecchia, questa squadra ha bisogno di essere in fiducia per poter giocare con una leggerezza che permette di esprimere al meglio le proprie qualità. E dopo questi risultati sarebbe ingiusto non dare meriti al lavoro svolto finora. Attenzione, questo non vuol dire ignorare ciò che non ha funzionato sabato. Anzi, al contrario. La sfida di sabato ha messo sotto agli occhi di tutti i punti deboli di questa squadra. Qualcosa in fase offensiva è mancato e si sono rivisti alcuni meccanismi poco fluidi che già non hanno funzionato nella passata stagione. Ma una base di partenza c'è, il Parma è in vetta alla classifica e può lavorare con positività in questa pausa. Senza illuderci però. La strada tracciata da Delprato in conferenza è quella da seguire: il capitano ha sottolineato come sia necessario affrontare ogni partita come una finale, con la giusta grinta e concentrazione. E, per quanto possa sembrare una frase fatta, questa squadra in passato ha dimostrato di vivere di alti e bassi. Ora è stata trovata continuità di risultati: bisogna essere quindi cautamente fiduciosi. Vietato fare passi indietro.

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Scendendo più nell'analisi, partiamo da ciò che più ha convinto finora. La fase difensiva. Il Parma, pur rischiando e scoprendosi, ha subito una sola rete in queste prime cinque gare ufficiali. Peraltro su un calcio di rigore che, mi sento di poter dire, non c'era. La chiave sembra essere tutta a livello mentale e si può riassumere in due componenti. Innanzitutto, decisiva è la capacita di squadra di leggere i momenti della partita. Una dote che è mancata, forse a causa della giovane età, nelle stagioni precedenti, ma che ora sembra esser stata finalmente acquisita. Passando dalla squadra ai singoli, c'è da sottolineare come la retroguardia sia stata, finora, esente da amnesie e gravi errori. Se nella passata stagione spesso le ingenuità dei singoli costavano carissimo, ora il livello di concentrazione e consapevolezza sembra aver risolto questa problematica. Le grandi performance di Coulibaly e Zagaritis, l'ottimo lavoro di Balogh contro il Cittadella e, soprattutto, la super prestazione di Osorio e Circati nel derby, non fanno altro che avvalorare questa tesi. Veniamo a cosa non ha funzionato. Il Parma ha riscoperto le difficoltà nel trovare la via del gol. Contro una difesa chiusa e organizzata, la squadra di Pecchia fatica enormemente a trovare spazi. Esempi? Contro la FeralpiSalò il Parma è riuscito a sbloccare la gara su rigore. Così come contro il Cittadella. E quando gli avversari attaccano per cercare il pareggio, si aprono spazi che il Parma sa sfruttare con efficienza. A Pisa, invece, i crociati hanno sbloccato la gara in contropiede. E analizzando anche le altre reti, nessuna è arrivata a difesa schierata. Le opzioni sono due: o il Parma accelera la manovra, come invocato dal pubblico durante il derby, oppure deve insistere con soluzioni alternative. Alzare il pressing può essere un'opzione, per recuperare palla in zona pericolosa, oppure qualche schema particolare, come quello che ha portato al rigore contro il Cittadella. Pecchia ora avrà a disposizione due settimane per lavorarci: la sosta per le nazionali casca a pennello.

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Ora chiudiamo con un breve commento al calciomercato. Senza dilungarci troppo su un'analisi della rosa, ma limitandoci ad esaminare le strategie del club. Dopo le prime faraoniche campagne di calciomercato dell'era Krause, ora la società si è ridimensionata. E, pur investendo, ha capito di non poter più sperperare così tanto denaro. Si è cercato di puntellare la rosa, intervenendo ove necessario e puntando su profili specifici: due giocatori pronti che conoscano la categoria, Partipilo e Di Chiara, un giovane di ottima prospettiva, Tjas Begic, e un attaccante di spessore per la Serie B, Antonio Colak. Una scelta condivisibile e un mercato oculato: sono stati spesi quasi sei milioni, una cifra ragionevole. Eppure, il mancato arrivo di un centrocampista rovina la valutazione sul mercato. Si è scelto di confermare Pecchia, dandogli piena fiducia con l'obiettivo dichiarato di riportare i crociati in Serie A. Il tecnico, come la società, è molto ambizioso e ha idee ben chiare. Tra alti e bassi il suo operato in Emilia è stato positivo. Perché, allora, non assecondare le sue richieste sul mercato? Dai tifosi agli addetti ai lavori, tutti sottolineavano la necessità di un centrocampista, un vice-Estevez. L'argentino è l'elemento imprescindibile dello schieramento di Pecchia, la chiave di volta. Se per disgrazia dovesse avere problemi fisici, nessuno in rosa ha le caratteristiche per sostituirlo. E se dovesse andare tutto bene, non potrà di certo garantire questi livelli per tutte le 40 gare stagionali. Inoltre, con la partenza di Juric, anche a livello numerico un sostituto era necessario. Lo stesso Pecchia non si è nascosto e in conferenza stampa l'ha dichiarato: "Mi sarei aspettato uno sforzo in più in mezzo sul mercato per chiudere un buco in mezzo al campo, che ci avrebbe dato maggiore scelta. Chi sostituirà Estevez quando mancherà? Stimoleremo la fantasia". Insomma, anche Pecchia è rimasto deluso da questa scelta incomprensibile della società. Con giocatori come Majer disponibili a parametro zero, uno sforzo poteva essere fatto. La speranza è che questo errore non venga pagato a caro prezzo nel corso della stagione.

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