Il coraggio di credere nei talenti italiani: il Parma ha fatto jackpot con Leoni, ora tutti lo vogliono. Questa è la soluzione al disastro azzurro

Il 9 luglio 2006 Fabio Cannavaro alzava al cielo la Coppa del Mondo. Qualche mese dopo a Roma nasceva Giovanni Leoni: il diamante del Parma appartiene alla generazione che non ha vissuto il trionfo della nazionale di Lippi. Ciò che però deve davvero allarmare il movimento calcistico italiano è un altro dato di fatto: questa generazione non ha mai vissuto le emozioni di un mondiale. Quando l'Italia di Prandelli tornava a testa bassa dal Brasile, eliminata ai gironi nel 2014, Giovanni Leoni era ancora un bambino di 7 anni. Come i suoi coetanei, non ha potuto vivere le emozioni di un mondiale in età adoloscenziale: un vero e proprio disastro per una nazione con la tradizione e la storia dell'Italia, che rischia di allontanare le nuove generazioni dal gioco. E ora, a 11 anni di distanza dalla spedizione brasiliana, la nazionale ha nuovamente messo a rischio la qualificazione al mondiale del 2026. La disfatta in Norvegia è solo l'ultima di una serie di imbarazzanti disastri degli ultimi anni e dopo la figuraccia per la sconfitta, con le modalità dell'esonero di Spalletti si è riusciti a raggiungere un punto ancora più basso. Ora bisogna ripartire nuovamente, con un nuovo allenatore in panchina ma con i soliti problemi di un sistema malato che continua a nascondere la polvere sotto al tappeto.
Torniamo però su Giovanni Leoni: cosa c'entra con questo discorso? Basterebbe dire che con ogni probabilità, in un futuro nemmeno così distante, la nazionale si dovrà aggrappare al suo talento. Spalletti lo avrebbe già convocato se non fosse stato per l'infortunio e, vista la situazione, avrebbe anche potuto esordire. Quello però su cui voglio porre l'attenzione è l'importanza di saper valorizzare questi talenti. Si dice che mentre la Spagna si coccola Yamal, la Francia scopre Doué, in Italia non ci sia materiale. Può esserci un fondo di verità, ma ritengo che migliorando la gestione di questi ragazzi si possa tirare fuori potenzialità che faticano ad emergere. Ed è giusto quindi analizzare il percorso di Leoni e premiare il Padova, la Sampdoria ed infine il Parma, che hanno saputo far emergere le sue capacità.
Partiamo da una premessa: quando hai un talento fuori dal normale è più semplice emergere, ma attenzione a darlo per scontato. Leoni infatti, a differenza di altri coetanei, non è uscito dal settore giovanile di una delle big nazionali, bensì da Padova. La società veneta, nel momento del bisogno, ha avuto il coraggio di fare quello che altre realtà non fanno: dare fiducia ad un ragazzino nemmeno maggiorenne. Questo poi ha aperto le strade al passaggio verso la Sampdoria, dove la sua personalità è emersa anche grazie al sostegno di uno staff che gli ha dato piena fiducia. Ma veniamo poi all'estate scorsa: Leoni è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori, ma il Parma va a Bogliasco, bussa agli uffici della Sampdoria e mette sul piatto circa 8 milioni complessivi. Una cifra onerosa, che le altre squadre non hanno voluto investire, ma che il Parma ha avuto il coraggio e anche la forza di spendere.
Leoni inizia così la sua avventura in Serie A e il Parma fin da subito gestisce la sua crescita in modo perfetto: il difensore arriva lontano dai riflettori, mettendosi al lavoro senza rilasciare dichiarazioni, e improvvisamente, al momento giusto, Pecchia lo chiama in causa. Alterna prestazioni esaltanti a qualche piccolo errore, ma il Parma sa dargli tempo e alla fine il talento viene fuori: personalità da campione, coraggio e finale di stagione da protagonista assoluto. Un mese dopo, con il mercato alle porte, tutti sono su Leoni: si parla di cifre altissime, tra i 25 e i 30 milioni, per un ragazzo che ha messo in mostra il suo potenziale, ma che ancora ha tanto da dimostrare. Per questo però, è giusto fermarsi e riflettere: un anno fa solo il Parma ha avuto il coraggio di investire su di lui, non solo guardando in ottica futura, ma anche con la chiara intenzione di gettarlo nella mischia per farlo crescere. Questo deve fare scuola a tutte le società italiane, Parma compreso. La gestione dei talenti è fondamentale per farli emergere e per restituire elementi di valore alla nazionale e uscire da una crisi senza precedenti.
Detto ciò, cosa aspettarsi dal futuro di Leoni? Il Parma vuole tenerlo in Emilia un altro anno, dargli le chiavi della difesa e vederlo crescere ancora di più. La società sa di avere tra le mani una gemma e, con un anno di Serie A in più nelle gambe, il suo valore potrebbe crescere ulteriormente. Non sarà semplice, però, tenere testa alle lusinghe di tutti questi top club, che son pronti a spendere cifre non da poco. Il Parma ora è chiamato ad una prova di forza: quanto riuscirà a tenere duro, nonostante una possibile asta in vista? Una cosa è certa: un altro anno nel ducato non farebbe di certo male a Giovanni, anzi sarebbe senza dubbio un toccasana per la sua crescita. Anche perché tra un anno ci sarà il mondiale e il classe 2006, dopo una stagione disputata con continuità, potrebbe giocarsi le proprie carte per una convocazione. Chissà che il suo primo vero mondiale lo possa vivere da protagonista: intanto, però, l'Italia deve qualificarsi e non è scontato.