Giorgino a PL : "Bernabè è il mio preferito da anni, da lui ci si aspetta un miglioramento della leadership"

06.10.2025 22:57 di  Riccardo Civa   vedi letture
Giorgino a PL : "Bernabè è il mio preferito da anni, da lui ci si aspetta un miglioramento della leadership"
© foto di ParmaLive.com

L'ex giocatore di Parma e Lecce Davide Giorgino, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di ParmaLive.com. Nell'intervista l'ex crociato ha parlato anche di Bernabé e Sorensen e della loro difficoltà a incidere. Di seguito l'estratto:

Qualche critica è arrivata a Bernabé. Lo spagnolo deve fare di più per diventare leader di questa squadra?
"Senza ombra di dubbio, per me, Bernabé è un giocatore fortissimo: è il mio preferito da anni a Parma. Anche lui ha avuto putroppo diversi infortuni che ne hanno rallentato la crescita. Di certo, quest'anno, a differenza degli altri anni, ci si aspetta un miglioramento dal punto di vista della leadership. Quest'ultima alcuni la collegano solo al campo, ai passaggi o alla personalità nel farsi dare la palla, ma sotto a quel punto di vista penso lui non abbia da invidiare niente a nessuno, ma anche a squadre che lottano per vincere il campionato. Anzi, devo dirti che io lo vedrei benissimo in determinate squadre a gestire il possesso di palla, perché ha una qualità, secondo me, molto elevata. Mentre dal punto di vista della leadership caratteriale deve fare quello step, perché quest'anno è chiamato ad essere il vero leader del Parma e ad indicare la via ai propri compagni".

Tra i giocatori che devono ancora esprimersi al meglio c'è Sorensen, che finora non ha rispettato le aspettative. Quanto può esser difficile il calcio italiano per un ragazzo che arriva dall’estero?
"Abbiamo avuto in passato tanti esempi clatanti di campioni che all’inizio hanno faticato: lo stesso Zidane alla Juventus venne criticato per mesi perché non riusciva ad esprimersi. Ognuno ha i propri tempi, il proprio carattere e il proprio approccio. Il calcio italiano è particolare, la stampa e l’ambiente non concedono molto. Ecco perché ribadisco l’importanza della fiducia all'allenatore e alla squadra: troppo spesso si giudica un giocatore dopo una sola prestazione, sia facilmente criticato che subito esaltato. Chi arriva dall’estero ha bisogno di tempo per capire le richieste dell’allenatore, conoscere i compagni, adattarsi alla cultura e a un campionato diverso come quello italiano, molto più tattico. Capire tutte queste dinamiche non è semplice: se in alcuni campionati esteri trovi molta più libertà, qua hai bisogno di essere attento per novanta minuti con una gestione della partita completamente differente".

Durante l’annata in Lega Pro, anche il suo Parma ha affrontato momenti delicati. Quanto fu importante avere nello spogliatoio figure come Calaiò e Di Cesare, oltre a Lucarelli, e quanto queste figure posson far la differenza?
"L’esperienza è sempre fondamentale all’interno di uno spogliatoio. Avere giocatori che hanno già vissuto certe situazioni aiuta, perché sanno come comportarsi, possono dare i consigli giusti ai più giovani e indicare la strada da seguire. In quell’annata in Lega Pro, la presenza di calciatori esperti e la predisposizione del gruppo a restare unito, fortificarsi ed esaltarsi nelle difficoltà furono le armi vincenti. Siamo riusciti a superare quel periodo complicato sostenendoci l’un l’altro e alla fine ci siamo tolti belle soddisfazioni".

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