L'euforia, poi i primi dubbi, ora la frustrazione per i risultati che non arrivano: nessuno si aspettava un inizio così. Dopo la sosta servono punti, e basta

Potremmo elencare tutto quello che non è andato in questo primo scampolo di stagione, ma evito di fare questa disamina autolesionista, onde deprimersi ulteriormente.
06.10.2021 20:00 di  Rocco Azzali   vedi letture
L'euforia, poi i primi dubbi, ora la frustrazione per i risultati che non arrivano: nessuno si aspettava un inizio così. Dopo la sosta servono punti, e basta
© foto di Giovanni Padovani/ParmaLive.com

Ridendo (poco) e scherzando (no, purtroppo è tutto vero), si sono già giocate 7 giornate di campionato, ed il Parma ha totalizzato 9 punti sui 21 a disposizione. In questi giorni si è parlato molto della fragilità di un gruppo che subisce troppe reti perché difende male e dell’affiatamento che ancora manca nell’undici che scende in campo. La trasferta di Ferrara ha allungato la striscia di partite senza vittoria a quattro: gli ultimi tre punti sono quelli portati via da Pordenone, nella prima gara dopo il rientro della precedente sosta per le nazionali, e quando torneremo in campo contro il Monza sarà trascorso oltre un mese dall’ultimo successo. Chi lo avrebbe mai detto, a inizio stagione, che ci sarebbe stato un periodo così lungo di astinenza, per la squadra data per favorita alla vigilia del campionato?

L’anno scorso ho seguito la Serie B - dopo la sconfitta di Crotone ho iniziato a calarmi in quella che da lì a breve sarebbe stata la nostra nuova dimensione - e vedevo il Monza che aveva fatto un mercato fuori concorso per la categoria, potendo schierare in attacco due figurine del calibro di Mario Balotelli e Kevin-Prince Boateng. Molto sinceramente, mi affascinava vedere un club così ambizioso e deciso a salire in Serie A, ma più passavano le giornate più i risultati non arrivavano, la critica si faceva sempre più intensa, e le pressioni aumentavano di conseguenza. Ogni gara la squadra veniva messa sotto esame, con la stampa che sottolineava il fallimento del progetto ed i tifosi, illusi dalla campagna acquisti da sogno che la società aveva portato a compimento, erano frustrati da quella situazione.

Ecco, un po’ quello sta accadendo a noi: le alte aspettative sul Parma di inizio stagione sono state finora disattese e i media iniziano ad interrogarsi sull’effettivo valore di una formazione che, sulla carta, avrebbe dovuto ammazzare il campionato. Gestire queste pressioni da parte di un allenatore alle prime armi e di un gruppo composto da ragazzi che hanno dimostrato di dover ancora crescere tanto non è di certo semplice, ma ormai il pubblico non ne può più di alibi e frasi di circostanza legate al tempo di cui la rosa ha bisogno prima di riuscire ad amalgamarsi e a ragionare come collettivo. La città è oltre un anno che aspetta questa squadra e la pazienza ha un limite: la passata stagione c’erano alcune motivazioni per le quali le cose non funzionavano, oggi i problemi sono altri, ma risultati e bel gioco, comunque, non si vedono ed ora quel che più serve sono i punti. Tanti, e fatti con continuità. Serve pragmatismo, il bel gioco, forse arriverà. Che poi, anche qui, ci sarebbe da aprire una parentesi riguardo quello che gli esteti del pallone reputano essere bello, appellativo più che soggettivo, a mio modesto parere. Parma vuole - e deve - tornare in Serie A: l’importante, adesso, è vincere e acquisire fiducia nei propri mezzi da parte di un gruppo che ancora fatica ad essere inquadrato come tale.