Il successo di sabato può essere un momento chiave della stagione. Attenzione però a cantar vittoria: non è più il Venezia la principale insidia

06.02.2024 00:00 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Il successo di sabato può essere un momento chiave della stagione. Attenzione però a cantar vittoria: non è più il Venezia la principale insidia
© foto di Parma Calcio 1913

La gara di sabato, per il momento in cui arriva, per il modo in cui arriva e per l'avversario sconfitto, rappresenta senza dubbio un momento chiave nella stagione dei crociati. Dopo il tracollo di Modena, due erano le possibili reazioni. Nella peggiore delle ipotesi, la squadra poteva subire un pesante contraccolpo psicologico, perdendo consapevolezza e fiducia e arrivando troppo contratta ad un match così delicato. Invece, per fortuna, abbiamo visto una squadra rabbiosa, affamata fin dal primo minuto, vogliosa di riscatto davanti ai propri tifosi. Fin dai primissimi secondi si era capito che la reazione era da squadra matura: mister Pecchia ha impostato la gara andando subito ad aggredire, magari cercando così di scuotere fin da subito i suoi giocatori e l'ambiente. La pressione asfissiante dei giocatori del Parma ha dato fiducia e coraggio alla squadra, che fin da subito ha messo in difficoltà il Venezia. E il pubblico del Tardini ha apprezzato l'approccio dei crociati, sostenendoli e caricandoli ininterrottamente. Dopo un primo tempo dominato, una serie di disattenzioni hanno portato al gol di Venezia: su questo Pecchia avrà qualcosa da correggere in settimana, a partire dall'atteggiamento di squadra quando Di Chiara è rimasto a terra, la troppa libertà concessa ad Altare, autore dell'assist, e la marcatura di Osorio tutt'altro che impeccabile. Il Parma però non si è lasciato abbattere ed è rimasto concentrato ed in partita. Con un primo tempo così, i crociati avrebbero dovuto chiudere meritatamente avanti all'intervallo, ma se così non è stato non è solo colpa della sfortuna. Nella ripresa c'è stato un calo fisiologico dal punto di vista fisico e la gara si è riequilibrata. Il pareggio sembrava un risultato scritto, ma quando vinci le partite con dei colpi del genere, a tempo scaduto, allora è lecito sognare.

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Voglio sottolineare come questa vittoria non possa già esser considerata decisiva. Il peso di questi tre punti è innegabile: vincere in questo modo contro una diretta concorrente non solo ti regala un vantaggio di classifica, ma ti rilancia anche a livello di entusiasmo e morale. Allo stesso tempo però non bisogna fare l'errore di pensare che sia finita qui. Se fino a qualche mese fa non avevo dubbi a mettere il Venezia come principale candidata alla promozione, ora non mi sento più di confermare questo pronostico. Delle rivali del Parma infatti, i lagunari sono gli unici usciti indeboliti dal mercato. La cessione di Johnsen toglie talento ed imprevedibilità all'attacco e soprattutto ha lasciato non poche scorie nell'ambiente, tra allenatore, società e tifosi. Per il Venezia non sarà semplice tenere il passo delle prime, nonostante elementi di spicco come Pohjanpalo o Busio. Infatti, rispetto a Palermo, Como e soprattutto Cremonese mi sembra una rosa meno completa. I rosanero sono un misto di talento ed esperienza, la Cremonese ha diversi giocatori che in Serie B si sono già dimostrati vincenti e il Como ha uno Strefezza in più, che in questa categoria sposta gli equilibri. Pensare di aver battuto il Venezia e archiviato la pratica sarebbe un errore gravissimo. Il Parma senza dubbio ha un vantaggio e deve gestire, ma c'è ancora tanto, tantissimo da fare.

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Chiudiamo però su quelli che sono i segnali più incoraggianti. Sabato a decidere la gara sono stati Camara e Mihaila. Due giocatori che fino a qualche mese fa erano malapena delle alternative a gara in corso. Questo certifica non solo la qualità della rosa, ma anche l'ottimo lavoro di mister Pecchia. In una partita così delicata a decidere la gara sono quelli che non ti aspetti: se non fossero in fiducia e se non si sentissero parte integrante della squadra, questo non sarebbe successo. Quindi tanti meriti al lavoro del mister, che grazie a questo approccio può sempre contare sugli uomini giusti al momento giusto. E così, quando Bonny è in calo rispolvera Charpentier, con la crisi di Benedyczak e Sohm ritrova Camara e Mihaila. Questi sono dettagli che fanno la differenza. In aggiunta, il Parma ancora una volta trova nel finale un gol che vale punti pesanti. Anche questo alla lunga può essere determinante in una stagione. La cosa che più mi fa ben sperare sono le sensazioni lanciate dalla squadra: un gruppo compatto, affamato e concentrato sull'obiettivo comune. A fine gara, l'abbraccio con il pubblico è stato da pelle d'oca. Un momento che racchiude la forza di questo Parma, che ha ancora un lungo cammino davanti a sé, ma che ha tutto per farcela. E la speranza è che a fine anno, riavvolgendo il nastro, potremo riapprezzare il gol di Camara, come momento chiave di una stagione vincente. Di seguito il video dei festeggiamenti a fine partita, registrato dalla tribuna del Tardini e pubblicato sul nostro profilo Instagram

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