Oltre il risultato: il Parma di Cuesta trova se stesso tra entusiasmo, cambiamenti e voglia di crescere. Ora il Lecce per dare continuità

Di fronte a una squadra nuova, giovane e ancora in fase di costruzione, ci si aspetterebbe prudenza, pazienza, e magari qualche passo falso iniziale. Ma il Parma di Cuesta ha scelto un’altra via: quella dell’ottimismo e della fiducia. Due concetti spesso sottovalutati nel calcio moderno, ma che – nel contesto giusto – possono trasformarsi in armi potenti, soprattutto quando il lavoro quotidiano è silenzioso, lontano dai riflettori, come accade da settimane a Collecchio.
Il successo sofferto contro il Torino non è solo una questione di tre punti. È un segnale. Un messaggio interno, prima ancora che esterno. Perché chi conosce Cuesta e il suo staff sa che questa squadra, per quanto giovane e imperfetta, ha dentro qualcosa. Ha un’idea, una direzione, e soprattutto un’anima. E anche se il percorso è appena cominciato, la strada sembra tracciata. “Non mi aspetto la gara perfetta”, aveva detto il tecnico spagnolo alla vigilia. Una dichiarazione onesta, realista. La prestazione, infatti, ha raccontato di una squadra ancora alla ricerca dei giusti automatismi, con qualche sbavatura inevitabile, ma anche con una chiara capacità di leggere i momenti, di difendersi con ordine e di colpire quando possibile. Con le armi attualmente a disposizione, certo, ma con grande lucidità.
Il dato più interessante, però, non è soltanto tecnico. È tattico, mentale, progettuale. La scelta di inserire Oristanio accanto a Cutrone e Pellegrino – una mossa che sa di scommessa – rappresenta il primo vero indizio del cambiamento che Cuesta vuole portare. Una variazione che va oltre i nomi, e che prova a rispondere alla necessità di rendere questa squadra più imprevedibile, più coraggiosa. Oristanio, ancora lontano dalla condizione ideale: sarà un elemento da aspettare, ma può diventare presto determinante.
E così, a pochi giorni dalla sfida contro il Lecce, ancora al Tardini, il clima è cambiato. L’ambiente, spesso troppo ancorato al risultato, ha ricevuto una piccola ma importante iniezione di fiducia. Perché l’entusiasmo, nel calcio, è contagioso. E se alimentato nel modo giusto, può diventare una spinta decisiva. La vittoria serviva. Ora serve la continuità. Il prossimo impegno arriva nel momento giusto per provare a cavalcare questa nuova onda emotiva e tecnica, lasciando fuori da Collecchio quelle critiche e quei malumori che – per abitudine o per impazienza – rischiano sempre di piombare troppo presto. Il Parma ha cominciato a crederci. E questa, in fondo, è già una notizia.
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