I destini di Parma e Chievo, incrociatisi in estate, ora sono completamente opposti. La mancanza di obiettivi dei clivensi positiva o negativa?

Il Parma per il caso sms, il Chievo per la questione plusvalenze: l'estate scorsa non è stata affatto semplice, né per la squadra emiliana né per quella veneta, le quali, più che a pensare al campo, mesi fa hanno dovuto lottare in tribunale per difendere le loro ragioni e scongiurare la retrocessione in B. I destini delle due società, che allora sembravano in qualche modo essersi incrociati, si sono però poi pian piano divisi, coi ducali che sono usciti indenni dal processo e hanno compiuto un cammino straordinario in A, e coi clivensi che, invece, sono prima stati penalizzati dal tribunale e poi sono retrocessi sul campo nonostante il cambio di guida tecnica.
A proposito della retrocessione matematica del Chievo, la mancanza di obiettivi da parte dei ragazzi di Di Carlo non deve far pensare ad una gara semplice, anzi. Il match con la Lazio di sabato scorso ha infatti fatto capire che Stepinski e compagni, proprio perché non hanno più particolari pressioni derivanti dalla classifica, possono scendere in campo con la testa sgombra, senza quell'ansia da risultato che spesso può risultare deleteria. Attenzione però, perché se Di Carlo, come assai probabile, deciderà di giocarsela senza troppi tatticismi, il Parma potrebbe andare a nozze, sfruttando appieno il suo notevole potenziale relativo alle ripartenze.