Due certezze fanno un prova, nel processo di Cuesta le idee sono chiare e il lavoro indica la via

28.09.2025 00:00 di  Simone Brianti   vedi letture
Due certezze fanno un prova, nel processo di Cuesta le idee sono chiare e il lavoro indica la via
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Nel calcio moderno, dove il risultato immediato detta spesso le regole del consenso, parlare di “processo” può sembrare un azzardo. Eppure è proprio questa la parola chiave scelta da Cuesta per raccontare il suo Parma. Una scelta lessicale che rivela intenzione, visione e metodo. Il tecnico spagnolo non è arrivato in punta di piedi solo per educazione: ha scelto di inserirsi in un contesto già avviato, rispettando alcune dinamiche consolidate ma tracciando al tempo stesso una nuova rotta. E questo equilibrio tra continuità e cambiamento, al momento, è l’elemento più interessante dell’inizio di stagione crociato.

Due sono le certezze che emergono con forza. La prima è la difesa, dove la linea a tre formata da Delprato, Circati e Ndiaye sta dimostrando solidità e affidabilità. Cuesta non ha stravolto quanto costruito da Chivu sul finire della scorsa Serie A, ma ha saputo dare continuità a un reparto che oggi rappresenta la base su cui poggia l'intera squadra. Ndiaye, in particolare, è tra le sorprese più liete: crescita esponenziale, presenza fisica, capacità di lettura. Senza dimenticare Troilo, che avrà tempo per inserirsi con gradualità, mostrando già qualche segnale promettente.

La seconda certezza è davanti: si chiama Pellegrino. L'argentino è il perno offensivo del Parma, catalizzatore del gioco e punto di riferimento per i compagni. Il gol in Coppa è stato un segnale importante, ma ora serve sbloccarsi anche in campionato per scrollarsi di dosso le inevitabili pressioni. È evidente come Cuesta punti su di lui, e attorno alla sua figura si costruisce l’identità offensiva della squadra.

Ma il processo non si ferma qui. A Collecchio si lavora con costanza e attenzione, con l’obiettivo di trovare il giusto equilibrio tra sviluppo del gioco e risultati. Le premesse ci sono tutte, anche per soluzioni tattiche alternative che potrebbero coinvolgere profili come Oristanio e Cutrone in ruoli più vicini a Pellegrino. Un possibile 3-4-2-1 più verticale e imprevedibile, che garantirebbe maggiore pericolosità offensiva senza sacrificare l’equilibrio. Il Parma non ha fretta, ma ha fame. E Cuesta lo sa bene: nel calcio il tempo non si regala, si conquista. Passo dopo passo, dentro un processo che – se coltivato con lucidità – può davvero portare lontano.

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